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  • Immagine del redattoreRachele

voi che entrate

Lasciate ogne speranza, o voi ch’ intrate.

Le famosissime parole di Dante, per la maggior parte di noi poco più che reminiscenze delle ore di italiano a scuola, sono tornate sulla bocca di molti in questa metà di ottobre. Fresca di arrivo dalla capitale francese, è stata infatti esposta venerdì 15 al Quirinale la chiacchieratissima scultura di Auguste Rodin, parte di una mostra sull'Inferno e rappresentante, nei suoi sette metri di altezza, i gironi abissali della celebre commedia.

Sarà il coincidere della data di esposizione con l’inizio del nuovo travagliato DPCM in Italia, la curiosa aderenza delle circostanze alle parole del libro di apocalisse,(https://tinyurl.com/3x8bt8fz) o forse che di temi mortiferi dopo due anni simili se ne poteva in effetti anche fare a meno, ma la notizia ha portato diverso scalpore e reazioni, nel mondo dei social e non.

Tuttavia, prima dei commenti dei giornalisti e dei libri di Dan Brown, prima ancora che Dante ne facesse menzione, la porta dell’Inferno è stata citata e descritta da Gesù stesso, parecchi secoli fa. Come?

Come una porta LARGA. "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano" (Matteo 7:13).


La porta “tra la perduta gente” per dirla come Dante, è larga; esito di una via spaziosa in cui camminare comodamente, di alternative, scelte facili e specchi per allodole. Ma la sua fine è come una notte nera, senza punti di riferimento né stelle a cui ritornare.


Molti vedono l’inferno come un mito medioevale, come una simbologia, come un’idiozia per menti deboli. Forse la pensi così anche tu. Forse non sai se esiste o se speri di non finirci, ma pensi che tanto finito di leggere queste righe ritornerai ai tuoi impegni di oggi.

Gesù afferma di essere la porta della vita

Gesù afferma di essere la porta della vita. Pretende di essere LA porta e LA strada, non una delle tante. Stretta, scomoda, ma ben chiara e in grado di portare a vivere realmente chi lo segue. Anche quelli che, a una certa, nel mezzo del cammin di nostra vita, hanno perso un po’ la rotta e realizzano che alcuni appoggi e convinzioni , oggi, iniziano a mancare.

“Io sono la porta" afferma in Giovanni 10:10, "se uno entra attraverso di me, sarà salvo [...] perché (essi) abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”.


Non importa la velocità o il tipo di calzature, in ultimo neanche la compagnia. Importa dove stai andando, che porta varchi, che strada scegli. E cambiare direzione, per ora, si può.


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