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Viaggi (IN)utili


Immagina che, a causa di un errore giudiziario, tu finisca rinchiuso in un penitenziario di massima sicurezza. Dopo decine di anni di ingiusta prigionia, un avvocato di fama eccellente decide di prendere in carico il tuo caso, e, con la maestria che lo contraddistingue, riesce a far revisionare la condanna dal giudice, il quale, al termine del processo, ti libera.


Qual è la prima cosa che vorresti fare? Dove andresti?


La storia del popolo d’Israele narrata in quattro dei cinque libri del Pentateuco è una storia di prigionia e liberazione, una storia di confini, una storia di viaggi. Il libro dell’Esodo, il primo di questi quattro libri, inizia come la nostra breve storia immaginaria, ossia con una prigionia ingiusta e terribile. Dopo quattrocento anni dall’arrivo in Egitto della famiglia di Giuseppe, sorse sopra l’Egitto un nuovo faraone, che non conosceva Giuseppe e quello che aveva fatto. Preoccupato per la crescita esponenziale del popolo degli Ebrei, questo re li soggiogò, imponendo loro una durissima schiavitù. Lì dove prima erano stati liberi, ora gli ebrei erano schiavi e prigionieri. Nessuno di loro aveva il permesso di lasciare il paese.


L’Esodo ci racconta che Dio, nella Sua grande cura per il Suo Popolo, intervenne inviando loro un liberatore, Mosè. Mosè stesso fu un viaggiatore. Il suo primo viaggio lo fece in una cesta (la parola originale utilizzata nel libro dell’Esodo significa in realtà “arca” ed è la stessa utilizzata nella Genesi parlando di Noè), per salvarsi dall’editto del faraone che comandava l’uccisione di tutti i bambini maschi. Il secondo viaggio lo fece fuggendo dall’Egitto, dopo aver ucciso un uomo. Adulto, stabile e con una famiglia, il Signore lo chiamò ad un terzo viaggio, per tornare in Egitto e liberare il suo popolo. Infine, lo chiamò ad un ultimo viaggio,

attraverso il deserto, per condurre il popolo nella Terra Promessa. Ho idea che Mosè si sarebbe risparmiato volentieri tutti questi viaggi. Si sarebbe risparmiato di essere separato dalla sua famiglia a pochi mesi dalla sua nascita, si sarebbe risparmiato la fuga per omicidio, si sarebbe risparmiato il ritorno in Egitto e si sarebbe risparmiato gli anni nel deserto, asfissiato dalle pretese di un popolo ostinato e dal collo duro.

Eppure, Dio lo fece viaggiare…

Ma, parlando di viaggi utili o inutili, la storia del popolo d’Israele è forse ancora più avvincente.


Se uscissi di prigione dopo anni di detenzione ingiusta, dove andresti?


Il popolo fu liberato da Dio, grazie al suo potente intervento sopra la casa d’Egitto, e appena varcata la soglia del paese, la Bibbia ci dice che: “Quando il faraone ebbe lasciato andare il popolo, Dio non lo condusse per la via del paese dei Filistei, benché fosse vicina, poiché Dio disse: «Bisogna evitare che il popolo, di fronte a una guerra, si penta e torni in Egitto». Dio fece fare al popolo un giro per la via del deserto, verso il mar Rosso” (Esodo 13:17-18).

Ora mettiti nei panni di un membro del popolo. Sei appena uscito da un tempo di schiavitù, e quello che ti viene proposto è un viaggio nel deserto. Immagino che nessuno di loro fu entusiasta della notizia. Non solo, ma la Bibbia ci dice che arrivati ad un certo punto, Dio li fece tornare indietro, e li fece accampare in una località che aveva alle spalle il deserto e davanti il mare (Esodo 14:1-2). Una trappola!

Quanti viaggi inutili, non trovi? Eppure, Dio aveva un senso per ciascuno di questi. Nella prima occasione, Dio scelse la via del deserto perché sebbene più faticosa e lunga, essa era comunque la più sicura. Nel secondo caso, Dio li fece tornare indietro perché voleva insegnare al popolo una lezione: «Non abbiate paura, state fermi e vedrete la salvezza che il SIGNORE compirà oggi per voi; infatti, gli Egiziani che avete visti oggi, non li rivedrete mai più. Il SIGNORE combatterà per voi e voi ve ne starete tranquilli».

(Esodo 14:13-14). Dio voleva insegnare loro, e anche a te, che non importa quanto spaventosi siano gli eserciti che marciano contro di te, Lui stesso combatterà per te e quei nemici che ti incutono timore “non li rivedrai mai più”.

Per concludere, il popolo d’Israele fu chiamato ad un altro viaggio, quello che l’avrebbe finalmente condotto nella terra promessa. Dopo alcuni mesi di lezioni e preparazioni, di rivelazioni e manifestazioni di gloriosa potenza e amorosa cura da parte di Dio, essi furono chiamati ad entrare nella Terra. Mandarono degli esploratori, ma vi trovarono i giganti. Si spaventarono, accusarono Dio di averli odiati e condotti alla morte, e si rifiutarono di proseguire. Così, Dio stabilì che nessuno di quella generazione sarebbe entrato

nella Terra Promessa. Questa volta avrebbero davvero vissuto un viaggio inutile, girovagando intorno ad una montagna, per quarant’anni nel deserto, in attesa della morte.

Quando la vecchia generazione morì, e la nuova sorse, Dio disse: “Basta, avete girato abbastanza attorno a questo monte” (Deut. 2:3), e condusse il popolo nella Terra Promessa, per mezzo di Giosuè.


Ci sono molti viaggi nella vita, alcuni ci sembrano utili altri ci appaiono inutili. Cosa fa la differenza tra i due?

Dalla storia di Mosè e del popolo d’Israele, impariamo che un viaggio è utile se è Dio a guidarlo. Egli ebbe sempre cura verso il popolo, e quello che decise lo decise sempre per il loro bene. I viaggi che mise davanti a loro avevano solo un obiettivo, che loro però fallirono:

“Io vi dissi: «Non vi spaventate e non abbiate paura di loro. Il SIGNORE, il vostro Dio, che vi precede, combatterà egli stesso per voi, come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto e nel deserto, dove hai visto che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha portato come un uomo porta suo figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati in questo luogo». Nonostante questo, non aveste fiducia nel SIGNORE vostro Dio, che vi precedeva nel vostro cammino per cercarvi un luogo dove piantare le tende: di notte nel fuoco per mostrarvi la via per la quale dovevate andare, e di giorno nella nuvola”. (Deut. 1:29-32)

Se un viaggio ti sembra inutile anche quando Dio ti ha chiesto di viverlo, sii fiducioso e utilizza questa opportunità per affidarti a Lui. I viaggi diventano inutili quando smettiamo di seguirLo, quando ci ostiniamo a camminare di testa nostra.
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