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  • Elena

Una prospettiva diversa

Aggiornamento: 22 dic 2020



Mai come in quest’ultimo periodo Dio mi sta mettendo alla prova per mostrarmi cosa si nasconde negli angoli più bui del mio cuore. Mi sta mettendo di fronte ai miei peccati e a tutte le cose a cui vengo meno di giorno in giorno per farmi rendere sempre più conto del peso che ha il peccato ai suoi occhi. Per questo scopo si sta servendo della storia di un popolo: Israele. Se c’è un popolo a cui il Signore ha espresso e dimostrato chiaramente i propri peccati, il loro peso e ciò che c’era nel loro cuore, è proprio Israele. Infatti, è a loro che si rivolge quando in Deuteronomio 8:2 dice:

Ricordati di tutto il cammino che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandamenti”.

Gran parte dell’Antico Testamento racconta di come Dio ha creato, curato, guidato e fatto crescere grandemente questo popolo e di come esso puntualmente cadesse e facesse ciò che è male agli occhi del Signore. Un attimo prima Dio gli faceva delle promesse e gli dimostrava la sua potenza e l’instante dopo Israele si lamentava, era incredulo e iniziava a seguire altri falsi dèi. La storia procede spesso in modo circolare con Israele che cade in qualche peccato, ne subisce le conseguenze, si pente e Dio che perdona; e di nuovo caduta, conseguenze, pentimento, perdono, finché il peccato di Israele raggiunse un peso così grande davanti al Signore che una generazione intera visse 40 anni nel deserto e lì vi morì!!!

Il quadro fin qui delineato mostra questo popolo sotto la prospettiva del suo peccato, della giustizia di Dio e del suo giusto giudizio.


Ma a Dio sia la lode perché il suo sguardo va ben oltre questo punto di vista. In Numeri 23, uno dei capitoli più belli di questo libro, Egli mostra una prospettiva completamente diversa, anche se complementare, attraverso cui i suoi occhi guardavano Israele.

Egli mostra una prospettiva completamente diversa, anche se complementare, attraverso cui i suoi occhi guardavano Israele.

Prima, però, facciamo un piccolo passo indietro per spiegare il contesto all’interno del quale si inserisce questo capitolo così straordinario!

Il popolo di Israele si era accampato nelle pianure di Moab quando Balac, re di Moab, impaurito dal gran numero del popolo, mandò a chiamare Balaam per maledirlo in modo da assicurarsi la vittoria su di esso. Dopo alcune esitazioni iniziali, Balaam acconsentì ad andare e salì sul monte dal quale poteva vedere il campo di Israele, pronto a compiere l'incarico assegnatogli.

Il capitolo 23 racconta che le cose andarono in modo diverso perché Dio parlò a Balaam che mutò il male pensato in benedizioni per il popolo!


La cosa che mi lascia più sbalordita, però, sono le parole che il Signore usa per descrivere Israele. Non solo lo descrive come benedetto, numeroso e forte, ma al versetto 21 dice che

il Signore guarda Israele e “Non scorge iniquità in Giacobbe, non vede perversità in Israele” e aggiunge che Egli è con loro!


Questa è la prospettiva di Dio.

Egli guarda Israele e lo vede come un popolo perfetto, un popolo senza alcuna colpa!

Nonostante i capitoli e i libri successivi mettano in luce che il popolo continuò a peccare davanti a Dio, Egli lo descrive comunque in questo modo!

E non è finita qui!

Di fronte alle benedizioni, il re Balac tentò più volte di cambiare il giudizio di Dio dicendo: “Vieni con me in un altro luogo, da dove tu lo potrai vedere; tu di qui non ne puoi vedere che una parte; non lo puoi vedere tutto quanto; di là me lo maledirai” (v.13), come per dire: “Guardali da questa prospettiva diversa, forse cambierai idea e li riterrai degni di maledizione”, supponendo quindi che la prospettiva cambiasse il modo in cui Dio vedeva il popolo e le loro colpe. Ma così non fu!

E così non è nemmeno oggi per me e per chiunque crede in Dio! Per chi gli appartiene, questo è lo stesso sguardo con cui Dio lo vede.

Egli conosce le nostre colpe, conosce ogni parte di noi, ci vede da ogni prospettiva, ma da nessuna di esse cambia idea.

Dio vede ogni nostro lato, ogni singola sfaccettatura e continua a dichiararci giusti e senza condanna per il nostro peccato. Questa è la sorprendente e completamente diversa prospettiva di Dio verso i suoi figli.

So che può sembrare strano parlare di peccato e di condanna in un periodo di festa come questo e dopo un anno come questo, ma io per prima non voglio dimenticare che il peccato, di cui l’uomo, che ci creda o meno, è impregnato, è proprio il motivo per cui Dio ha scelto di farsi uomo, nascere e morire.

Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui

(Giovanni 3:16-17)


Credi tu questo?

Solo in questo modo potrai stare davanti al Dio santo e giusto, con tutte le tue colpe e le tue mancanze ed essere comunque dichiarato giusto e santo!

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