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  • Elena

un posto alla sua tavola

Aggiornamento: 16 dic 2021

Io AMO il Natale! Le strade tutte addobbate, le lucine e l’atmosfera che creano. Se fosse per me farei durare questo clima tutto l’inverno finché non fa troppo caldo da risultare fuori luogo. Ma ciò che amo di più di questa festa sono i preziosi momenti in famiglia, tutti riuniti davanti a una tavola con cibo buono, risate e giochi da tavola a cui mio padre cerca di barare. Ogni membro della famiglia ha un ruolo e delle caratteristiche specifiche; le donne di casa sono impegnate a preparare piatti deliziosi e ad apparecchiare una tavola impeccabile mentre parlano letteralmente di tutto; papà e zio discutono di motori e faccende fiscali; c’è l’angolo degli informatici che si aggiornano sulle ultime novità usando un linguaggio indecifrabile e infine i bambini che gironzolano per casa giocando con le loro vocine sottili e le loro grasse risate.

Poi ci sono varie decorazioni che spesso incorniciano questa scena: la ghirlanda appesa alla porta d'ingresso, l’albero con palline, festoni e lucine colorate, le calze per i regali appese vicino al fuoco schioppettante del camino e poi, forse nelle pochissime case rimaste più attaccate al Natale tradizionale, c’è una piccola costruzione, a mio parere molto triste da vedere, che rappresenta una mangiatoia in miniatura con due animali, una coppia di genitori e un bambino di plastica che viene nascosto da un batuffolo di cotone fino al giorno di Natale in cui viene scoperto: Gesù bambino. È sempre più raro vedere un presepe nelle case, molto più spesso oggi lo si trova in queste bellissime chiese piene di affreschi, decorazioni in bassorilievo e altre lavorazioni artistiche affascinanti, e poi in mezzo a queste una piccola e umile mangiatoia.

È incredibile il contrasto tra lo splendore delle lavorazioni e l’umiltà di questa rappresentazione della nascita di Gesù, venuto al mondo come un bimbo bisognoso di cure, fragile e delicato come qualsiasi altro neonato, nato in una famiglia così povera da dover nascere in una mangiatoia ma al tempo stesso così importante da essere il centro del presepe. Il punto non è fare o meno il presepe, perché esso è solo un simbolo, ma provare a capire come mai Lui, che è il Dio eterno, che ha creato il mondo in sei giorni con solo la sua voce, il re dei re e Signore dei signori (1 Timoteo 6:15; Apocalisse 19:16), il Principe di pace (Isaia 9:6), l’Alfa e Omega (Apocalisse 1:8; 22:13), il Sommo Sacerdote (Ebrei 2:17), ha scelto di abbandonare la gloria di cui era degno per umiliarsi facendosi uomo nascendo come un bambino dipendente dai genitori per qualsiasi cosa!


Perché lo ha fatto? Perché Lui che è così glorioso e potente ha scelto di diventare così umile e fragile come un neonato?

La Bibbia parla di una condizione disastrosa dell’essere umano. Essa afferma che “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Da Adamo in poi, tutti, nessuno escluso, sono peccatori (“Per la disubbidienza di un solo uomo [Adamo] i molti sono stati resi peccatori“ Romani 5:19) e per questo sono soggetti alla morte che è il salario del peccato (Romani 6:23).


Per salvare l’uomo peccatore e meritevole di morte c’era bisogno di un altro uomo, perfetto, giusto, senza peccato, che pagasse al suo posto questo aspro salario. Ecco perché il Re dell’universo ha scelto di farsi uomo! Lo ha fatto per salvare l’uomo dalla morte, dalla separazione eterna da Lui, per offrigli la vita tramite il suo sacrificio sulla croce che una volta per tutte ha pagato pienamente il prezzo del peccato. Se tramite Adamo l’uomo è reso un peccatore soggetto alla morte, tramite Gesù Cristo uomo siamo resi giusti e siamo salvati

Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesú, nostro Signore (Romani 6:23)

Dio non è restato nell’alto della sua maestà a guardare l’uomo ma si è abbassato fino a noi per raggiungerci, per offrire a chi crede una nuova vita, una nuova cittadinanza celeste, per avere una comunione intima e personale con lui e per essere noi stessi membri della sua famiglia!


Questo è il dono gratuito (Romani 3:23) che Dio ha scelto di fare all’uomo e che vale ancora oggi! Dio ti offre la sua grazia, il suo perdono, la vita eterna e un posto come membro alla sua tavola! Vuole renderti suo/a figlio/a e mangiare e bere con te alla tavola nel suo regno (Luca 22:30)! Altro che pranzo di Natale! Allora ecco che quel bambinello nella mangiatoia assume un significato completamente diverso e diventa il membro più importante con cui puoi sederti a tavola, non solo questo Natale ma tutti i giorni della tua vita!

"Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me" (Apocalisse 3:20)
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