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  • Immagine del redattoreMarco

questione di equilibrio

New York, Anni 70 - Philippe Petit affronta la sfida che lo porterà negli annali della memoria umana, attraversando senza nessuna cintura di sicurezza, un cavo sospeso tra le due torri appena costruite del World Trade Center di New York. Ricco di coraggio e con non poca pazzia, la disciplina dell’equilibrio ha consentito all’uomo di affrontare la sfida più grande e passare alla storia come il più grande funambolo del mondo.

Lontano dal proporti una sfida da circense di questa portata, per quanto tu possa essere audace, voglio invece portarti a considerare la metafora che riecheggia da questa impresa: la consapevolezza di quanto l’equilibrio sia fondamentale per attraversare quella fune sospesa nel vuoto che rappresenta il percorso di vita, una questione di equilibrio insomma. Certo, affermare che l’equilibrio sia parte essenziale del vivere quotidiano assume senz’altro dei contorni di una banale ovvietà, quanto meno fintanto che non ci si scontra su quei temi ideologici che portano l’essere umano a porsi in una rigida posizione di chiusura, forse a protezione e salvaguardia del proprio status. In una società fatta di eccessi e prese di posizioni estreme, di rossi e di neri, di pro e contro su questa o quella tematica, di vax e no-vax, di pluralità di idee in contrasto tra loro, in terreni ideologici così minati occorre sapersi muovere con quella dose di equilibrio condito con saggezza e moderazione. Ecco allora che vorrei proporti alcuni spunti di riflessione per affrontare con la giusta misura quei temi che la società ci propone costantemente.

L’apostolo Paolo, nella Bibbia (capitolo 8 della lettera ai Corinti), in una delle sue lettere alle chiese emergenti, affronta un tema controverso, di natura ideologica, con forti sfumature di impatto etico-religioso. Il tema del dibattito era la correttezza o meno del mangiare delle carne sacrificate agli idoli. A quei tempi, era pratica comune che ogni carne destinata ai banchi del mercato veniva presentata a qualche idolo per poi essere commercializzata. C’erano uomini e donne cristiani che avevano maturato la comprensione che non fosse la consumazione di quei cibi a corrompere l’uomo o a renderlo meno pio e quindi ne consumavano tranquillamente, altri invece si astenevano perché si sentivano macchiati e colpevoli in coscienza. Certo oggi fa sorridere guardare indietro e analizzare la questione etico-religiosa su cui dibattevano, ma provate ad immergervi in quel contesto, con il grado di conoscenza della tematica di allora e del background culturale e religioso del tempo. Credo sia fin troppo semplice banalizzare la questione e sfilarsi dal ragionare sui principi che ancora oggi trovano spazio di applicazione nella nostra attualità. Del resto è verosimile che le generazioni future guardando ai nostri dibattiti potrebbero altrettanto sorridere.

L’autore considera la conoscenza come punto inziale del suo discorso, “quanto alle carni sacrificate agli idoli, sappiamo che tutti abbiamo conoscenza”. La conoscenza di un argomento ti permette di esprimere in modo chiaro e organico un’idea e ti consente di padroneggiarla adeguatamente. La conoscenza è la benzina che dovrebbe alimentare l’opinione che produce poi l’agire. Premesso questo, resta però la questione su come trovare un punto di equilibrio tra pluralità di conoscenze ordinate ma contrapposte su temi poco delineati. O come trovare l’equilibrio quando la controparte sembra vaneggiare non trovando appigli razionali e sensati al proprio dire. Ecco, la risposta dell’Apostolo non si fa attendere, “..la conoscenza gonfia, ma l'amore edifica”. L’idea alla base propone una consapevolezza del rischio che le proprie convinzioni, seppur sostenute adeguatamente da solida conoscenza, possono produrre una sterile arroganza che, lontana dal produrre una ambiente salutare per trasferire la propria conoscenza, alza dei muri comunicativi che produrranno ulteriore distanza. Il secondo aspetto è l’idea di un atteggiamento intento a costruire ed edificare trovando quel punto di equilibrio che può portare ad un miglioramento, dove il carburante di questo atteggiamento è un amore sensibile al pensiero altrui, sensibile alle debolezze altrui, agli ostacoli di conoscenza altrui e alle ragioni per cui l’altro ragiona e pensa diversamente da noi.


L’equilibrio nel campo dei controversi dibattiti etici - nella maggioranza dei casi - è sostenuto dal peso della conoscenza matura e dal contrappeso di un amore edificante, il tutto avvolto dalla consapevolezza di una sovrana guida di Dio, cosi come conclude il saggio apostolo quando scrive, sempre sul tema controverso, che per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi viviamo per lui, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale anche noi siamo.

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