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  • Immagine del redattoreMarianna

Quando quello che c'è fuori mi fa paura

Aggiornamento: 13 ott 2021


In questi giorni di panico e preoccupazioni, di quarantene e di isolamenti, mi è tornato alla mente un passo su cui avevo riflettuto tempo fa.

Ciò che avvenne ai discepoli fu sicuramente molto diverso da quello che sta succedendo oggi a noi, ma la base comune è la paura di qualcosa che sta appena fuori dalla porta.

Per quanto riguarda i discepoli, Gesù era da poco stato crocifisso, lo avevano visto morire (anche se non direttamente o da vicino considerato che quasi tutti erano fuggiti), lo avevano deposto in una tomba e adesso persino il suo corpo era sparito. Sprovvisti di ogni certezza e derubati di ogni speranza, ciò che rimaneva loro era la paura.


In Giovanni 20:19 leggiamo:


19 La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei..


Questa era la situazione dei discepoli dopo la morte di Gesù. Se fino a quel momento avevano camminato tra le strade della città, adesso si erano rinchiusi in un luogo di cui avevano con cura chiuso le porte. Ciò che c’era fuori a questo punto li spaventava. Non era un virus, ma era qualcosa che temevano potesse ucciderli: la furia dei Giudei. Se avevano ucciso Gesù, cosa avrebbero fatto loro?

Così facciamo anche noi… Se c’è là fuori qualcosa che ci incute paura, allora chiudiamo le nostre porte e ci teniamo al sicuro. E sono molte le cose che possono farci paura così come sono tanti i tipi di porte che possiamo chiudere: alcune fisiche, materiali, tangibili, altre emotive, relazionali, interpersonali; altre ancora concettuali ed ideologiche.


Ma qualcosa di incredibile capitò:


19 ..Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 20 E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato.


Rinchiusi dentro quattro mura, i discepoli ricevettero la visita del Signore Gesù. La resurrezione di Cristo si manifestò potentemente davanti ai loro occhi, frantumando le loro convinzioni e sbriciolando le loro interpretazioni di quello che Gesù era stato, era in quel momento e sarebbe stato da lì in avanti. Era ben poco quello che avevano capito di Gesù se la paura li aveva rinchiusi in una stanza a porte chiuse. Così Gesù si fece riconoscere e disse qualcosa di semplice: “Pace a voi”. Oh quando il Dio che calma il mare pronuncia la parola “Pace”, anche la più furiosa delle tempeste si azzittisce ed il mare più agitato tace. Oh sentire il suono vivo, chiaro, limpido e profondo della voce del Signore mentre dice “Pace a voi”. Ma se la potenza e la grazia di quelle parole non sono sufficienti, ecco che Egli mostra le mani ed il costato: è davvero lui.


20..I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.


Ecco che la paura lascia il posto alla gioia. Eccola la soluzione ai nostri timori, a ciò che ci fa rintanare lontani dal mondo, impauriti e spaventati. La visita del Signore cambiò ogni cosa e trasformò il panico in gioia vivace.


Ci fu, a questo punto, un’altra cosa che Gesù disse:


21 Allora Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi».


Se i discepoli avevano pensato che il loro posto fosse al sicuro, chiusi dentro una stanza, con le porte sbarrate, Gesù stravolge il loro orientamento, mandandoli proprio lì dove avevano paura di stare: “Fuori”.

Ma c’è qualcosa di molto particolare che Gesù dice mentre incarica i discepoli ad uscire da dove si trovavano. Egli dice infatti “Come”. Gesù sta dicendo che così come il Padre lo aveva mandato, così ora Lui stava mandando i discepoli.

In cosa consiste questo “Come” allora?

- Nel compito da svolgere? Possiamo con certezza dire di no, in quanto ciò che Gesù ha compiuto è stato compiuto una volta per sempre.

- Nel fatto di essere dei mandatari? Sicuramente in parte, Gesù era stato mandato dal Padre e i discepoli vengono mandati da Gesù.

Ma c’è qualcosa di molto più ricco e profondo in questo paragone. C’è infatti qualcosa che riguarda il “modo” in cui si viene mandati.


Come era stato mandato Gesù?


In Giovanni 8:29 leggiamo:

“E colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo”

Questo fu il modo in cui fu mandato Gesù: con la continua, inseparabile, costante presenza del Padre accanto a Lui. Ed ecco allora dove risiede la profondità di questo paragone. Tutto ciò ci viene confermato da quello che accadde poco dopo l’attribuzione di tale mandato ai discepoli:


22 Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo».


Sta qui la presenza continua, inseparabile, costante che rende noi che veniamo mandati COME Gesù che è stato mandato. Non da soli, non dispersi, non abbandonati, ma accompagnati incessantemente dalla presenza del Dio Onnipotente.

In conclusione, fuori dalle porte chiuse può esserci e c’è sicuramente qualcosa che può farci paura. La natura di ciò che temiamo non è importante in questo momento.

Ma le parole di Gesù sono molto chiare.

Se Egli pronuncia “Pace”, Egli è anche in grado di conferirla al nostro cuore, e se Egli ci chiama ad andare incontro a ciò che temiamo, Egli è in procinto di venire con noi.

Così non temiamo quello che ci circonda, ma pieni di gioia, come i discepoli, apriamo le porte chiuse perché abbiamo visto Gesù risorto.

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