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  • Immagine del redattoreMarianna

Ma e' proprio vero che Dio abitera' la terra? - chiese l'uomo piu' saggio del mondo



Nella Bibbia ci viene presentato un re, uno dei re del popolo d'Israele, di cui ci viene detto che fu l'uomo più saggio del mondo. Voi potrete pensare "beh, di quel mondo", oppure "del mondo fino a quel momento", ma in realtà leggiamo che Dio, rispondendo alla sua preghiera di ricevere un cuore saggio e intelligente, dice di lui: "Nessuno è stato simile a te nel passato e nessuno sarà simile a te in futuro" (1 Re 3:12).

Il re in questione si chiamava Salomone.


Salomone si mise in cuore, ci dice sempre la Bibbia, di costruire un tempio al Signore, una casa, una dimora dove Dio stesso potesse abitare. Te lo immagini? Ambizioso questo re.

Ma questo progetto fu gradito a Dio. Anzi, a dirla tutta, il papà di Salomone, il re Davide, aveva avuto questa idea, ma Dio aveva stabilito che non lui, ma suo figlio Salomone, sarebbe stato l'artefice di questa meravigliosa opera, architettonica e spirituale.

Così Salomone iniziò la costruzione del tempio, la portò a compimento e al termine di questo lavoro, esclamò la frase:


"Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra?" (1 Re 8:27)

L'interrogativo viene dall'uomo più saggio del mondo, ma è in effetti una domanda piuttosto elementare. Se Dio esiste e se è grande quanto la definizione stessa di Dio suppone, allora potrebbe apparire inverosimile vederlo abitare la terra, come fosse un comune mortale.

Sempre nella Bibbia infatti leggiamo queste parole pronunciate da Dio stesso: "Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi; quale casa potreste costruirmi? Quale potrebbe essere il luogo del mio riposo?" (Isaia 66:1).


Salomone dunque costruì una casa al Signore, e il Signore la benedisse e promise che, chiunque avesse cercato Dio e pregato a Lui rivolto con il cuore, con gli occhi, con le mani, con la voce, verso quel tempio, sarebbe stato visto e ascoltato dal Signore.

Ma come dice Isaia, nessun edificio può contenere il Signore.


La domanda di Salomone è allora più che legittima.. "Dio abiterà davvero tra gli uomini?".

La risposta sarebbe stata eternamente NO, se non ci fosse stato Gesù.


PERCHE' GESU' E' LA SVOLTA ALL'INTERROGATIVO DI SALOMONE?

Nel prologo al suo Vangelo, l'apostolo Giovanni risponde a questa profonda e strepitosa questione. All'inizio del suo Vangelo infatti, Giovanni afferma che "Nel principio era la "Parola", che la Parola era con Dio e la Parola era Dio". Qui Giovanni sta gettando le basi per una comprensione più chiara e ulteriore del concetto di Trinità, dicendo che la Parola era Dio, ma quello che vorrei farti anche notare è che sta dicendo che questa Parola era con Dio, dunque seduta sul quel trono nel cielo di cui abbiamo già parlato leggendo Isaia. La sua potenza ci viene sottolineata quando Giovanni ci dice che "tutte le cose sono state fatte per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta" e chiama questa Parola "la Luce degli uomini".


Ad un certo punto, Giovanni prosegue il suo prologo dando una comunicazione decisamente sorprendente: "La luce che illumina ogni uomo stava venendo nel mondo".

Aspetta un attimo! Dopo 1000 anni, l'interrogativo profondo e angosciante di Salomone, a cui solo si poteva rispondere con un no, sta per cambiare la sua soluzione e sta per stravolgere le sorti dell'umanità? La Parola, la Luce degli uomini, che era Dio e che era con Dio, stava venendo nel mondo?


Giovanni prosegue spiegandoci come questo è stato possibile: "E la Parola è diventata carne, e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria" (Giovanni 1:14).

Se ti domandi come possa essere possibile che il Dio del cielo abbia abitato tra gli uomini, in questo breve versetto è annunciato il grande mistero dell'Incarnazione. Paolo lo spiegherà in questi termini: "..Cristo Gesù, il quale pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente; ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini" (Filippesi 2:6-7)


PERCHE' LASCIARE IL CIELO PER ABITARE SULLA TERRA?

Quando penso al tempo in cui il Dio del cielo camminò tra gli uomini sulla terra, non so cosa darei per essere li in quel momento. Non so cosa darei per vedere Gesù, ed essere vista da lui.

Ma penso anche a cosa debba spingere un Dio a lasciare la sua gloria e prendere forma di servo.

Paolo risponde a questa domanda dicendo: "Al Padre piacque di far abitare nel Figlio (Gesù), tutta la pienezza, e di riconciliare con sé tutte le cose mediante il sangue della sua croce.. per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto, irreprensibili" (Colossesi 1:19-22).

Ecco cosa spinse Dio a venire sulla terra. Piacque al Signore, dice Paolo, di "fare pace" con l'uomo, morendo sulla croce per i suoi peccati, e per rivestirlo di una giustizia inaccusabile, una santità immodificabile, e poterlo avere alla sua presenza nel cielo.


Capisci?

Gesù scende, affinchè noi possiamo salire.


Come rispondere allora all'interrogativo di Salomone "Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra?". Si, Salomone, Dio avrebbe abitato sulla terra, 1000 anni dopo di te, in Gesù Cristo. E se tu ti chiedi: "Ma è proprio vero che l'uomo abiterà il cielo?" Si, amico, è proprio vero, grazie al sacrificio di Gesù Cristo.

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