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  • Immagine del redattoreMarianna

IL TEMPO DELL'ESULTANZA

Qual è la cosa che ti rende più contento a Natale? Se pensi di vivere il Natale come un momento di effettiva gioia, che cosa ti rende felice in questi giorni? Forse alcuni di noi risponderanno con le lucine (iooo), altri con le tavolate abbondanti, altri ancora con il tempo in famiglia, le ferie, i regali, la tredicesima e così via.


Ma c'è qualcuno che chiamò un intero popolo all'esultanza, alla gioia e alla festa, proprio avendo in mente il "Natale".


Nel libro di Zaccaria infatti, uno dei più incredibili, a mio parere, contenuti nella Bibbia, un popolo, quello d'Israele, reduce da circa settant'anni di pesantissima cattività in Babilonia, tornò alla propria casa, portandosi dietro ferite, amarezze e grandi dispiaceri. Nel mezzo del libro, il quale ci racconta questa storia, troviamo questa domanda, pronunciata dal popolo e rivolta a Dio: "Dobbiamo continuare a piangere, come abbiamo fatto per tanti anni?".

E' interessante, se ci penso, chiedere a Dio se questo tempo, ancora, debba essere un tempo di lacrime. Beh il popolo lo chiese e Dio rispose.

Quello che Zaccaria annunciò come risposta, in ogni riga del proprio libro, fu l'arrivo di un tempo di esultanza, estrema gioia, piena felicità:


"Esulta grandemente" disse al popolo, "Manda grida di gioia", ripeté. Questa è la risposta del Signore al suo popolo. No, non è tempo di piangere, è tempo di festeggiare, di gioire. Ma per cosa? Sembra forse paradossale in questo momento?


Il motivo per cui Zaccaria chiamò il suo popolo all'esultanza, fu l'annuncio dell'arrivo di qualcuno, qualcuno di grande; egli annunciò qualcosa di mai successo prima, di unico, assolutamente incredibile; egli parlò di una visita.

In questo libro troviamo infatti le più azzeccate, specifiche, profonde promesse relative all'arrivo di Gesù. Il Signore del cielo promise di far visita al suo popolo!! Ecco il motivo della grande gioia!! Solo alcuni di questi annunci:


"Ecco, io sto per venire e abiterò in mezzo a te", dice il Signore; - cap. 2

"Ecco, io faccio venire il mio servo, il Germoglio", dice il Signore; - cap. 3

"Ecco un uomo, che si chiama il Germoglio, germoglierà nel suo luogo"; - cap. 6

"Io torno a Gerusalemme, e abiterò in mezzo a voi"; - cap.8

"Ecco, il tuo re viene a te"; - cap. 9

"Il Signore degli eserciti visita il suo gregge"; - cap. 10


Ricapitolando, questo tempo di grande gioia fu motivato dall'arrivo del Signore in mezzo agli uomini, in mezzo al suo popolo. In particolare, il Signore avrebbe portato con sé salvezza, liberazione dal peccato, pace e ristoro. Eccoli i doni del Dio del cielo, i doni del Natale.

Pensaci solo per un momento, se questo fosse vero, non sarebbe stato l'avvenimento più straordinario e commovente di ogni epoca? Non ti fa pensare ad un Dio intimamente coinvolto con gli uomini?


Un triste epilogo

Zaccaria, oltre a preannunciare questo tempo di esultanza, preannunciò anche il rifiuto del popolo a questo invito. Preannunciò infatti che il popolo avrebbe rifiutato il suo Dio, respinto il suo re, disprezzato Gesù, trafitto "l'uomo" che vedevano, senza riconoscere il Signore che Egli era. E così fu.. Gesù, piangendo sulla città di Gerusalemme avrebbe detto:

"Oh Gerusalemme, se solo tu sapessi, almeno oggi, quello che ti occorre per la tua pace. Tu non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata" (lo leggiamo nel vangelo di Luca).

E noi?

Noi oggi, potremmo domandarci quale rilevanza potrebbe mai avere questo episodio grandioso e storico, ai giorni nostri. Se Dio è venuto sulla terra, nella persona di Gesù, per visitare gli uomini e portare con sé i doni più preziosi, cosa centra questo con il mio Natale, qui, ora?

Beh, ti direi che la venuta di Gesù sulla terra ha cambiato le sorti dell'intera umanità, per sempre, per ogni epoca, periodo e giorno. Un evento così straordinario non può che aver avuto un impatto straordinario.

"Dio con noi", è il messaggio di Natale che Gesù ha realizzato, ed egli è stato con noi in quel tempo, in Palestina, ma offre di essere con noi sempre e per sempre.

Il Dio che ha lasciato il cielo e camminato sulla terra polverosa della Galilea non camminerà forse anche nelle stanze del nostro cuore?

Ecco allora quello che può portare grande gioia in un tempo come questo: sapere che Dio, il Signore, desidera incontrare gli uomini, oggi come allora, scendendo fino a noi. Non sono le lucine, i dolci o i regali a creare per noi un tempo di esultanza, ma la visita di Gesù, il Dio con noi! Risponderai all'invito?

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