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  • Immagine del redattoreRachele

il dialogo nascosto


Il nuovo anno è iniziato all'insegna di dibattiti su temi importanti riguardanti salute, libertà e politica. Argomenti che portano a scambi, talvolta scontri, ma comunque prese di posizione soprattutto sui social, piazza pubblica dove ogni tipo di idea viene promossa purchè ben scritta. Certo, il punto di vista altrui è sempre motivo di crescita e consente di aprirsi ad altre visioni della realtà, ma viene un momento in cui le voci vanno silenziate e le decisioni prese da soli. In fondo ognuno di noi decide per sè stesso, è responsabile di cosa vuole, di come agisce e cosa sceglie.


Parlando di dialoghi e scelte, ci fu un uomo, stimato e socialmente influente all'epoca, che andò a incontrare Gesù Cristo di notte, per dialogare con lui in modo nascosto, così da non creare scalpore tra la sua cerchia di conoscenze; a quei tempi c'era troppo rumore intorno a quel personaggio, meglio essere discreti.

L'uomo di cui parliamo era un'autorità pubblicamente affermata tra i suoi concittadini, ma aveva bisogno di risposte, che -intuiva- solo quella strana persona avrebbe potuto dargli. Strana, perchè in fondo sembrava che quel giovane rabbi stesse dando alle persone qualcosa di insolito, faceva cose ed affermazioni mai sentite prima e la gente del luogo aveva le opinioni più disparate a riguardo. Per alcuni era un nuovo insegnante, per altri il futuro capo politico della nazione, per altri un profeta, per altri solo un pazzo o addirittura un indemoniato. La curiosità lo spinse dunque a cercare Gesù direttamente e quando lo incontrò, la prima cosa che disse fu "NOI sappiamo che sei.. venuto da Dio perchè nessuno può fare questi segni che tu fai se Dio non è con lui".

Noi? Noi chi? Se avesse parlato a nome della sua congregazione, non avrebbe avuto necessità di incontrare Gesù di nascosto. Un NOI generico, collettivo, meno pericoloso di una domanda personale, di un'affermazione che espone in prima linea.


E fu in quel momento che la risposta di Gesù sembrò mettere ancora più confusione nel contesto: gli disse "se UNO non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio".

Rispose a una domanda che in realtà non era stata posta, ma che era presente nel cuore di chi l'aveva cercato. Perchè il motivo reale che aveva spinto quell'uomo a ricercare un incontro con Gesù non era di fargli i complimenti o farsi portavoce del pensiero di altri, ma capire e dare risposte alle tante domande che c'erano in lui. Questioni impellenti al punto di farlo andare oltre le regole sociali del tempo e organizzare un dialogo personale e nascosto.


Cristo rispose a un "NOI" facendo appello al singolo. TU, non NOI.

Sei tu a scegliere, tu che hai da "nascere di nuovo", cambiare modo di vedere. Tu che hai da rispondere se quanto detto è vero o no, tu che scegli o meno di credere. Non è l'altro, non è lo Stato, non è la Chiesa ufficiale, non sono i tuoi genitori o il tuo compagno.

Le decisioni profonde del cuore sono sempre personali, interpellano sempre un TU.

D'altronde al suo discepolo Pietro, che gli aveva domandato cosa ne sarebbe stato del futuro di un'altra persona, Gesù rispose "...che ti importa? TU seguimi." E il noto apostolo Paolo aggiungerà nella sua lettera ai romani che "ciascuno di noi renderà conto di SE' stesso a Dio". Le decisioni profonde del cuore sono sempre personali, interpellano sempre un TU.


Comunque sia, il dialogo nascosto proseguì.

Chi vuole sapere il finale o per meglio dire, chi deciderà di andarlo a leggere, lo può trovare scritto al terzo capitolo del vangelo di Giovanni, versi da 16 a 19; da quella conversazione nella notte emerse una delle affermazioni più famose e interpellanti mai pronunciate.

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