GUERRA: DIRE QUALCOSA DI NON BANALE

In un momento come questo, è difficile non finire per dire qualcosa di molto banale.

Con un’emergenza sanitaria mondiale ancora pressante, l’inizio di una guerra fatta di militari, carrarmati, missili e dichiarazioni ufficiali, è terrorizzante.

Mondo come stai? Dove stai andando? Cosa sta capitando? Se qualcuno di noi dovesse soffermarsi su queste domande e trovare delle risposte, forse si sentirebbe spaventato e preoccupato.

Le uniche parole che, personalmente, non trovo mai banali, mai fuori luogo e che sempre mi danno pace, sono quelle di Gesù. Per molti, egli è un uomo vissuto più di duemila anni fa, che niente ha a che fare con noi oggi, ma per me, Egli è il Signore che con onniscienza e misericordia, ha saputo dire parole valide in eterno, utili a me, oggi, qui, mentre guardo il telegiornale.

Gesù descrisse il suo compito sulla terra con questa frase:

“Perché il figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto” (LUCA19:10)

Vorrei condividere velocemente quello che mi sembra di capire significhino queste esatte parole.

CERCARE

La parola greca utilizzata qui è "ZETEO", che letteralmente significa “indagare, investigare per raggiungere una risoluzione definitiva” o ancora “andare fino al fondo di una questione” e infine “ricercare con desiderio”. Quando Gesù descrive ciò che viene a fare sulla terra, io mi immagino, con questa parola, ZETEO, un investigatore che si addentra scrupolosamente dentro un caso che vuole risolvere, e va al nocciolo della questione, ci penetra fino in fondo, fino a quando non lo ha risolto, non importa lo squallore che troverà strada facendo. E questa parola esprime, oltre alla dedizione scrupolosa e profonda, anche il desiderio. C'è coinvolgimento emotivo, fisico e mentale in questa ricerca, c’è passione.

SALVARE

La parola greca nell’originale è "SOZO", che viene dalla radice SOS. Interessante, no? Nella nostra società utilizziamo l’acronimo S.O.S. per chiedere aiuto. La parola SOZO significa letteralmente “portare fuori da una situazione pericolosa per mettere al sicuro”, o anche “soccorrere” e “preservare”. Dopo essersi addentrato fino in fondo alla terra per cercare, Gesù è venuto per portare in salvo, per venire in soccorso.

A questo punto ci chiediamo, perché? Perché questo livello di coinvolgimento? E poi, salvare chi da cosa?

PERDUTO

La parola “perduto” utilizzata qui, viene dal greco “APOLLUMI”, un termine molto forte, quasi violento, che significa “completamente, pienamente e permanentemente distrutto”, o anche “morire con l’implicazione della rovina” e “sperimentare una fine miserabile”. Quindi Gesù stava dicendo che ciò che lo spingeva ad una tale ricerca, così devota e così viscerale, fino in fondo, e il motivo per cui sentiva l’esigenza di salvare, era la condizione, così descritta, in cui si trovano gli uomini, destinati ad una rovina miserabile e permanente. Si perché quando Gesù parla di salvezza si riferisce sempre agli uomini, e il vangelo di Luca è una bellissima e chiarissima testimonianza di questo.

Lo trovi forte? Arrogante forse? Vedendo quello che il mondo si appresta a vivere, di nuovo, le parole di Gesù sono la mia sola consolazione. No, non le trovo né banali né arroganti. Perché la distruzione, ricorrente e permanente è l’unica cosa che l’uomo è in grado di generare. Le guerre non sono per il passato, come forse avremmo sperato. Sono qui, oggi, e ci saranno in futuro.

Sempre Gesù, riferendosi agli ultimi tempi, dice “sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre”.

Stava parlando di questa guerra? Non lo sappiamo.. ma stava sicuramente parlando dell’ultimo futuro immaginabile, del tempo finale delle epoche. Così, tornando all'oggi, se è azzeccato l’uso del termine PERDUTO, così come Gesù lo ha scelto, così pure è perfetto l’uso del CERCARE e del SALVARE, così come Gesù li ha intesi.

Egli viene, nei bassifondi della terra, nei meandri del cuore, per cercare e portare in salvo, in modo definitivo, ciò che è prossimo alla rovina, alla distruzione.

Invierai il tuo SOS?