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  • Immagine del redattoreMarianna

Da "figlio del tuono" a "discepolo dell'amore"


Uno degli autori dei quattro vangeli di cui disponiamo è Giovanni. In realtà il contributo di Giovanni alla composizione del Nuovo Testamento è notevole: è lui, infatti, ad aver scritto tre delle così chiamate “lettere universali”, ed è lui l’autore dello straordinario libro dell’Apocalisse. Le opere scritte da Giovanni portano tutte con sé una caratteristica particolare: Giovanni rivela, volente o nolente, con coscienza o mero trasporto, il carattere della sua anima. Non sono mai scritti asettici, neutri, impersonali.

E così è interessante e toccante vedere come nel corso della sua vita, il ragazzo che fu definito da Gesù stesso “figlio del tuono”, proprio a motivo del suo carattere irruento e impetuoso, divenne il discepolo dell’amore.

La “versione” più giovane di Giovanni ci viene fornita nei vangeli. Si presume che Giovanni fosse il più giovane o uno dei più giovani tra i discepoli, questo perché le ultime lettere che scrisse, le scrisse al tempo della dinastia Flavia, verosimilmente sotto l’imperatore Domiziano, vivendo quindi fino all’80/90 d.C.

Ci sono almeno tre episodi nei vangeli che mettono ben in evidenza il carattere impetuoso di Giovanni. Egli era fortemente legato a Gesù ma anche incline all’impulsività, alla setta, all’arroganza, persino violento.

Queste sono tre frasi pronunciate da Giovanni, insieme a suo fratello Giacomo:

  1. 1. “Maestro, noi abbiamo visto un tale che scacciava i demoni nel tuo nome, e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue con noi”

  2. 2. “Maestro, desideriamo che tu faccia ciò che ti chiediamo. Vogliamo sedere uno alla tua destra e uno alla tua sinistra, nel tuo regno”

  3. 3. “Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi?”

Nella prima occasione, i due fratelli avevano visto un tale operare dei miracoli nel nome di Gesù, ma questo tale era uno sconosciuto e non faceva parte del loro gruppo. Nella seconda occasione, i due fratelli chiesero a Gesù di sottostare alle loro ambiziose richieste; nella terza occasione, poiché dei Samaritani avevano rifiutato di far alloggiare Gesù nel loro territorio, si scagliarono in modo verbalmente violento contro di loro.

È questa la rappresentazione di Giovanni che emerge dai vangeli. Lui e suo fratello Giacomo erano parte di una famiglia che li incoraggiava a prendersi i posti in prima fila, a raggiungere il meglio, anche a scapito degli altri.


Ma Giovanni incontrò Gesù e il suo amore per gli uomini, e questo stravolse i suoi principi e il suo carattere, il suo modo di vivere nel mondo. Gesù stesso lo definì figlio del tuono, è vero, ma fu sempre Gesù che, più volte, gli mostrò il profondo amore che aveva per lui. È per questo motivo che Giovanni non menziona mai sé stesso per nome nel proprio vangelo, ma si definisce “il discepolo che Gesù amava”, perché se c’era una cosa per la quale voleva essere ricordato, era l’amore che Gesù gli aveva dimostrato ed insegnato.


Le lettere che scrisse, molti anni dopo gli episodi dei vangeli, parlano dell’amore insondabile, sconfinato, incomprensibile di Gesù per il mondo, quell’amore che lo portò a morire in croce per la salvezza dell’umanità.

Egli fu testimone oculare di una compassione senza misura, di una bontà senza barriere o discriminazioni di razza, etnia, vissuto e status sociale, di una grazia illimitata e sempre pronta al servizio e al sacrificio.

Il grezzo carattere di Giovanni fu raffinato nel crogiolo dell’amore straordinario di Gesù Cristo. Quale miglior stampo dove adagiare il cuore se non quello del cuore stesso di Gesù?

Giovanni ebbe il privilegio di osservarlo, e così cambiò. Il giovane ragazzo lo imitò e così si trasformò.

È difficile, ai nostri giorni, trovare esempi e modelli di vita che ci spingano a vivere le nostre vite all’insegna dell’amore. Come Giovanni, anche i giovani di oggi sono spinti alla ricerca del successo, del meglio, della vittoria ad ogni costo, della fama. E così si sviluppano caratteri arroganti, violenti, presuntuosi, ma anche molto fragili. Gesù è l’unico esempio capace di orientarci verso una vita all’insegna dell’amore, qualcosa di cui più che mai la nostra società ha bisogno.

Tutto ciò che dobbiamo fare, come fece Giovanni, è esporci all’amore di Colui che più di tutti ama, Gesù.



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