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  • Immagine del redattoreMarianna

Mose'

Aggiornamento: 13 ott 2021




Mosè è un uomo dal quale possiamo imparare molto, per almeno due motivi. Innanzitutto è uno di quegli uomini di cui nella Bibbia ci viene raccontato abbondantemente. Di pochi personaggi conosciamo in maniera dettagliata ad esempio i fatti concernenti la nascita e l'educazione ricevuta, solo di alcuni possiamo scoprire chiaramente il carattere, di pochi possiamo ammirare quell'evoluzione "verso l'alto" propria di coloro che spendono un'intera vita con Dio. E' raro poter confrontare un "prima" e un "dopo", ma con Mosè questo è possibile. Si parla di lui dall'Esodo al libro di Giosuè, lo troviamo menzionato nei Vangeli, nel libro degli Atti e nella lettera agli Ebrei. Il continuo riferimento a lui in tutta la Bibbia lo rende sicuramente un uomo importante da conoscere. Il secondo motivo per cui possiamo imparare molto, è che Dio ebbe con lui un rapporto unico. Sulla sua epigrafe è scritto "Non c'è mai più stato in Israele un profeta simile a Mosè, con il quale Dio abbia trattato faccia a faccia" (Deuteronomio 34:10)


Ebbene da dove partire? Proporrei dall'inizio. Ci sarebbero tantissime cose da dire su Mosè, ma io voglio soffermarmi su quelle che mi hanno fatto riflettere di recente.


UN CUORE PER GLI INDIFESI

Non so se ci hai mai fatto caso, ma prima di conoscere il Mosé alla guida del popolo d'Israele, il libro dell'esodo si sofferma a dirci qualcosa sul Mosé "prima" dell'incontro con Dio la pruno ardente. E c'è qualcosa che salta immediatamente all'occhio. Ci vengono riportati tre avvenimenti che rivelano molto su cosa ci fosse nel cuore di Mosé.


" In quei giorni, Mosè, già diventato adulto, andò a trovare i suoi fratelli; notò i lavori di cui erano gravati e vide un Egiziano che percuoteva uno degli Ebrei suoi fratelli. 12 Egli volse lo sguardo di qua e di là e, visto che non c'era nessuno, uccise l'Egiziano e lo nascose nella sabbia. 13 Il giorno seguente uscì, vide due Ebrei che litigavano e disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo compagno?» 14 Quello rispose: «Chi ti ha costituito principe e giudice sopra di noi? Vuoi forse uccidermi come uccidesti l'Egiziano?» Allora Mosè ebbe paura e disse: «Certo la cosa è nota». 15 Quando il faraone udì il fatto, cercò di uccidere Mosè, ma Mosè fuggì dalla presenza del faraone, e si fermò nel paese di Madian e si mise seduto presso un pozzo. 16 Il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse andarono al pozzo ad attingere acqua per riempire gli abbeveratoi e abbeverare il gregge di loro padre. 17 Ma sopraggiunsero i pastori e le scacciarono. Allora Mosè si alzò, prese la loro difesa e abbeverò il loro gregge. 18 Quando esse giunsero da Reuel, loro padre, questi disse: «Come mai siete tornate così presto oggi?» 19 Esse risposero: «Un Egiziano ci ha liberate dalle mani dei pastori, per di più ci ha attinto l'acqua e ha abbeverato il gregge».


E' evidente che tipo di persona fosse Mosè. Non sopportava la vista delle ingiustizie, non riusciva a rimanere fermo a guardare mentre qualcuno di indifeso subiva delle violenze. Nonostante questa nobile virtù lo portò a commettere qualcosa di grave, nel cuore di Mosè c'era la santa inclinazione a volere il bene delle persone che aveva davanti, l'incapacità di assistere inerme ad una violazione ed un sopruso, il desiderio di una giustizia più alta. Lo immagino con il cuore ardente mentre guardava l'Ebreo che veniva percosso, o i due compagni litigare, o le giovani ragazze maltrattate dai pastori. E quell'ardore sarebbe stato il motivo per cui Dio lo avrebbe scelto. Era un ardore da indirizzare, da incanalare, ma era esattamente ciò che Dio ricercava. Dopo questo brano infatti ci viene detto che Dio stesso aveva un simile cuore, sebbene infinitamente più puro e giusto: "Dio udì i gemiti dei figli d'Israele, vide ed ebbe compassione" (Esodo 2:24-25) Così, Dio lo scelse per liberare un intero popolo dalla schiavitù. Era quel cuore, ardente per la giustizia e per l'incolumità delle persone indifese, ad essere adatto ad un tale incarico. Dio non agisce per caso, ma vede profondamente dentro di noi. Egli ci conosce e ci chiama, Lui lavora nei nostri cuori per produrre in essi ciò che è necessario per le Sue cause. Forse Mosè non sapeva spiegarsi perchè proprio non riusciva a stare a guardare, ma noi oggi sappiamo che il Signore stava facendo crescere in lui il sentimento che avrebbe condotto gli schiavi alla libertà.


VEDERE L'INVISIBILE

Quando Mosè per la prima volta vide Dio, ci viene detto che "si nascose la faccia, perchè aveva paura di guardarLo" (Esodo 3:6). Diversi anni dopo però, ci viene detto qualcosa di estremamente diverso: "Mosè disse: ti prego fammi vedere la tua faccia" (Esodo 33:18). Cosa era successo? Un uomo pieno di paura davanti al Dio onnipotente ora lo implorava di fargli vedere il suo volto! Cosa c'era stato nel mezzo?? Dio stesso risponde: "Io ti conosco personalmente e hai trovato grazia ai miei occhi" (Esodo 33:12). Ecco cosa era cambiato. Mosè aveva scoperto in Dio colui che lo conosceva personalmente, aveva sperimentato la grandezza della Sua grazia, l'infinita misericordia e l'immenso amore del Dio che serviva. E più lo conosceva, più si sentiva al sicuro con Lui e più desiderava vederlo! In Ebrei Mosè ci viene descritto così: "Egli rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile" (Ebrei 11). E' interessante che proprio al termine della sua vita, le ultime parole di cui siamo a conoscenza che Dio gli rivolse sono "Te l'ho fatto vedere con i tuoi occhi" (Deuteronomio 34:4), e descrivendolo l'autore ci dice "la vista non gli si era indebolita", parlando della sua vista fisica, ma sono certa con un'allusione spirituale alla sua capacità di vedere l'invisibile. Egli, ci viene detto, aveva ricevuto la grande benedizione di parlare con Dio, e Dio parlava con lui "come un uomo parla con il proprio amico" (Esodo 33:11).



Mosè spese la sua vita in compagnia del Signore. Il suo cuore maturò quei sentimenti che lo resero adatto a servire la Causa di Dio. Si sentì così al sicuro alla presenza dell'Onnipotente, così avvolto nella Sua grazia, così pienamente conosciuto, da volerlo vedere faccia a faccia. In tutta la sua vita non smise mai di agire come se vedesse Colui che è invisibile. La mia preghiera è che il Signore possa prendere i nostri cuori e renderli contenitori di sentimenti migliori dei nostri, pieni di un ardore che lo compiace, e che possa mostrare ai nostri occhi le Sue meraviglie. Ciò che Mosè ci insegna è che dobbiamo essere disposti ad andare a vedere e conoscerLo:


"Mosé disse: Ora voglio andare a vedere questa grande visione e come mai il pruno non si consuma" (Esodo 3:2)

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