top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreMarianna

E tu cosa vedi?



Non so se tu abbia mai letto uno dei vangeli o se ti sia mai soffermato particolarmente sul racconto della passione di Gesù, sul suo “ultimo giorno” di vita. Comunque, nessuno degli evangelisti, nel racconto della passione, si sofferma molto sulla flagellazione di Gesù. Ogni autore scrive semplicemente “fu flagellato” oppure “fu fatto flagellare”, niente di più. Spesso mi capita di leggere questi passi e di andare veloce, senza pensare a cosa certe parole significhino realmente. Non voglio rendere questo articolo particolarmente macabro, ma voglio soffermarmi qualche momento sulla flagellazione, perchè sarà fondamentale per quello che viene dopo. “Fu flagellato”, due parole dentro le quali vi è una sofferenza ed una violenza inaudite. Durante l’impero romano la flagellazione era eseguita attraverso una frusta con più appendici, alle cui estremità erano attaccati pezzi di metallo o di ossa. Qual era lo scopo? Lacerare e deturpare il corpo. Il dolore è difficile da spiegare ma, fisicamente, le ferite causavano una perdita di sangue e liquidi tale da generare un forte shock, con conseguente perdita di coscienza, accelerazione del battito cardiaco ed altro ancora.

Giovanni, l’autore del quarto vangelo, è l’unico a trascrivere un dettaglio relativo a quello che successe subito dopo la flagellazione di Gesù, prima della crocifissione.

“Allora Pilato prese Gesù e lo fece flagellare. I soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un manto di porpora.. Pilato uscì di nuovo e disse loro: ‘Ecco, ve lo conduco fuori, affinchè sappiate che non ho trovato in lui nessuna colpa.’ Gesù dunque uscì, portando la corona di spine e il manto di porpora. Pilato disse loro: ‘Ecco l’uomo!’.” (Giovanni 19:1-5)

Vorrei immaginare la scena per un momento. Gesù aveva appena subito un trattamento non esattamente rigenerante, tutt’altro. Probabilmente il suo corpo era una massa di sangue liquido che scorreva ovunque, ed è possibile che non riuscisse nemmeno a camminare. Quando Pilato lo condusse fuori, verosimilmente si trascinava piegato su se stesso, riuscendo a fatica a mettere un piede davanti all’altro. Lo shock causato dalla flagellazione lo rendeva poco cosciente o comunque impegnato in un grandissimo sforzo per non piombare al suolo. La sudorazione altissima bagnava la sua fronte, che soffriva già per le spine della corona, e alla sua schiena lacerata si attaccava il pesante tessuto del mantello di porpora. Questo era Gesù dopo la flagellazione, questo fu l’ UOMO che Pilato condusse fuori. Era un uomo? Forse dall’aspetto non era più nemmeno quello. Un aspetto esteriore totalmente deturpato, una forza fisica completamente stremata ed una coscienza quasi al limite della sopportazione. Fermiamoci sul serio ad immaginare la scena. Qualcuno che si trascina davanti ad una folla, niente di umano vi era in quella scena. E Pilato, che sembra essere il regista della situazione, esce davanti alla folla da solo, introduce Gesù dichiarandolo innocente, lo prende, lo porta fuori e lo presenta dicendo: “Ecco l’UOMO”. Si, in quelle condizioni, Gesù non poteva che apparire un uomo. In realtà, egli appariva più come un piccolo uomo di cui si stava facendo ciò che si voleva. Un poveraccio, un condannato, un miserabile che ubbidiva agli ordini di colui che lo chiamava a presentarsi sul palcoscenico. Un uomo davanti al quale nascondere la faccia, una vergogna, uno spettacolo raccapricciante. Non poteva apparire niente di più che un UOMO, al massimo degrado del suo stato fisico e mentale. Prova a guardarlo per un secondo, cosa vedi? Vedi anche tu quello che vedevano Pilato e la folla? Vedi anche tu un tale sul quale usare autorità e da deridere? Qualcuno da nulla?

Oppure forse lo guardi e ne hai pietà. E’ un uomo si, e per questo lo guardi e ne provi compassione.

Comunque lo guardiamo, in quel momento, non appare niente più che un uomo.

Ma la verità è molto diversa. E’ vero Gesù si stava trascinando davanti ad una folla che lo odiava, e il modo in cui lo avevano ridotto lo rendeva probabilmente inguardabile. Chino sulla sua schiena, quale immagine di autorità e gloria poteva dare in quel momento? Eppure Gesù era molto più che un uomo, anche in quel momento. Dopo averlo esibito alla folla, Pilato si rivolse a questa specie di essere umano sanguinante e gli domandò: “Non mi parli? Sai che ho il potere di liberarti e il potere di crocifiggerti?”. Ed è qui, in questo momento, che un miserabile condannato, sull’orlo di un collasso fisico e sul baratro di una compromissione celebrale irreversibile, si mostra per ciò che è realmente:

“Gesù rispose: Tu non avresti alcuna autorità su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto.” (Giovanni 19:11)

Sai perché i giudei fecero crocifiggere Gesù di Nazareth? Perché “si è fatto figlio di Dio” (Giovanni 19:7). E quando lo videro con la corona, il mantello e il corpo languente, ebbero la loro gloriosa conferma: costui non poteva di certo essere il figlio di Dio. Come Pilato, essi conclusero vittoriosamente che questi non era che un uomo. Ma la verità, e Gesù la rivela con le sue poche parole, è che egli era il Figlio di Dio. Ciò che stava subendo, il deturpamento del proprio corpo, gli sputi e gli insulti, quello che avrebbe sofferto dopo, i chiodi nelle mani e la lancia nel costato, tutto ciò non cambiava ciò che era, anzi confermava ciò che è: il nostro Salvatore. Puoi guardare quell’uomo mezzo morto e provare ribrezzo, oppure puoi guardare a quell’uomo mezzo morto e rimanere scioccato dall’amore del tuo Signore per te. Gesù è il Figlio di Dio, colui che ha lasciato la sua gloria per morire in croce al posto nostro. Uno scambio. Di questo parla il Vangelo. Quell’uomo che sembra un insulto e che ci saremmo vergognati di guardare, è Dio che prende il nostro posto. So che è facile guardarlo e dire “Ecco l’uomo”, ma guarda meglio, e scorgi l’amore del Figlio di Dio, scorgi Dio che fa tutto questo al tuo posto, perché questa è la realtà. E sai, Gesù non ha smesso un attimo di essere Dio, poiché egli dice:

“Io depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e il potere di riprenderla.” (Giovanni 10:17-18)

Così, vedo Pilato davanti a me, e mi ritrovo improvvisamente tra una folla di persone che non conosco, vestite in maniera strana, che urlano in una lingua che non comprendo. Improvvisamente vedo Pilato indietreggiare e sparire, ed eccolo tornare insieme ad un tale trascinato da delle guardie, in un orribile, terrificante, mostruoso e disumano stato. Pilato esclama: “Ecco l’uomo!”. Una freccia trafigge il mio cuore, i miei occhi non si staccano da Lui. No, penso dentro di me, “Ecco il mio Dio!”.


0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
se hai delle domande, scrivici
qui sotto!

La tua domanda è stata inviata!

© 2018 Blog. Proudly created with Wix.com

bottom of page