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PADRE



“Gesù disse ancora: ‘Un uomo aveva due figli, il più giovane di loro disse al Padre: ‘Padre dammi la parte dei beni che mi spetta..’..” (Luca 15:11)

Gesù raccontò questa storia, ricca, ricchissima di insegnamenti. E’ una storia che parla di un padre e di due figli. Il più giovane dei due si recò dal padre pretendendo in “anticipo” la propria eredità. La sua richiesta era un’acida e dura lamentela nei confronti del fatto che il padre fosse ancora in vita ed egli non potesse godere i beni del proprio lascito. Così il padre acconsentì, ed il figlio partì sperperando ogni singola moneta. Alcool, divertimento, donne, tutto ciò che desiderava. Andò, dice il racconto, in un paese lontano. Era convinto che la vera felicità si trovasse più lontano possibile dalla “casa del padre”. Ma venne il giorno in cui i soldi finirono e si ritrovò solo e senza più nulla. Finì in una fattoria a pascolare i maiali, desiderando addirittura di mangiare il loro cibo pur di saziarsi. Fu lì, nel fango, che comprese di essersi ingannato, che la vera gioia non si trovava “lontano dal padre”, e decise di tornare indietro, sperando che il padre potesse riaccoglierlo almeno come suo servo. Mentre era sulla strada di casa, il padre lo scorse da lontano e gli corse incontro. Gesù dice:

“..suo padre lo vide da lontano, ne ebbe compassione, corse, gli si gettò al collo e lo baciò”. (Luca 15:20)

Questa è la lezione che più amo in questa storia. Il padre era stato oltraggiato in modo vile da un figlio ribelle e arrogante. Eppure nel suo cuore non c’era che amore per quel figlio. Lo vedo aspettare fuori dalla casa, seduto su una sedia, scrutando con lo sguardo l’orizzonte; lo vedo alzarsi e correre da questo figlio puzzolente e miserabile. La lezione è semplice: l’amore del Padre è per sempre. Il cuore del Padre non cambia perché noi ci ribelliamo, lo tradiamo, lo abbandoniamo. I figli godono di una posizione che non si modificherà.

Sai di chi stava parlando Gesù? Chi è il Padre di cui parla? Nella Bibbia Dio viene definito “Padre”, un sostantivo così dolce, rassicurante, forte. E la Bibbia insegna che “chiunque crede in Cristo Gesù” riceve il “diritto di diventare figlio di Dio”. Figli di un Padre così, che non cambia idea, che non si adira quando torniamo a lui dopo aver pensato che la gioia si trovi lontano da lui, che ci corre incontro, che ci bacia e ci tratta da figli.

Uno dei miei versetti preferiti della Bibbia si trova in Isaia 64:8. Isaia, dopo aver elencato i crimini commessi dal suo popolo, dopo aver considerato le difficili circostanze intorno a lui, dopo aver sofferto per le conseguenze del peccato, dice:

“Tuttavia, Signore, tu sei nostro Padre”.

Quel “tuttavia” riassume meravigliosamente quello che abbiamo detto fino a qui. Se sei figlio di Dio, per quanto i tuoi peccati, le tue ribellioni e i tuoi errori, daranno sempre vita a delle conseguenze negative, potrai sempre tornare alla casa del Padre, perché egli è fermo in quel “tuttavia”. Esso significa “nonostante tutto”, “anche se”, “per sempre”. E’ quel “tuttavia” che ci salva, che ci permette di sperare nonostante il nostro fallimento, che ci dà il coraggio di tornare da Lui. E’ un balsamo, è miele dolce, è un profumo soave. Puoi andare lontano, può succederti di tutto, puoi soffrire qualsiasi cosa, puoi sentirti perso e confuso, puoi sentirti senza speranza; ma poi ti fermi e dici “Tuttavia, Tu sei nostro Padre”. Cosa temere allora?

Per chiamare qualcuno Padre, bisogna essere Figli. Quando tutto nella mia vita sembra andare male, io so che posso andare da un Dio che chiamo Padre. Fa tutta la differenza. Quando raccolgo gioia e serenità, so che tutto questo viene dall'amore di mio Padre. Tu conosci questo Padre? Sei figlio?

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