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Un Salvatore per i peccatori



“Mentre Gesù era a tavola in casa di Levi, molti pubblicani e peccatori erano anch'essi a tavola con lui e con i suoi discepoli; poiché ce n’erano molti che lo seguivano. Gli scribi che erano tra i farisei, vedutolo mangiare con i pubblicani e i peccatori, dicevano ai suoi discepoli: ‘Come mai mangia con i pubblicani e i peccatori?’. Gesù, udito questo, disse loro: ‘Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori.” (Marco 2:15-17)

Questo passo della Bibbia è pieno di cose molto interessanti. Prima di tutto qualche definizione:

  • I pubblicani erano coloro che riscuotevano le tasse, e accadeva spesso nella Palestina dell’epoca, dominata dall'impero romano, che i giudei si vendessero a lavorare per i romani, a scapito dei loro confratelli. Per questo non erano visti di buon occhio dalla società;

  • Levi era uno di questi pubblicani, il quale, dopo aver incontrato Gesù, gli aprì il cuore e la casa.

  • Gli scribi ed i farisei appartenevano all' élite religiosa del tempo, interessati molto di più al rispetto delle regole che alla condizione del loro cuore.

Una delle cose che mi colpisce di più della questione aperta da questi ultimi, è la loro capacità di fare distinzioni. Avevano creato una categoria a sé stante, di cui loro ovviamente non facevano parte, in cui inserire tutti quei soggetti nella società che erano così lontani da Dio da essere definiti “peccatori”. Erano gli emarginati, i malati, gli esclusi sociali, coloro che non rispettavano le regole della legge giudaica, i traditori e gli infedeli, quelli da cui, secondo loro, Dio si tiene lontano.

Ma erano almeno due le cose che questi uomini non avevano capito.

1. Romani 3:23 dice: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”, o ancora “Non c’è nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). Questi uomini si erano innalzati in una categoria alta, mettendo tutti gli altri in quella dei “peccatori”, non realizzando che ogni uomo è un peccatore, ogni uomo è affetto da un virus mortale che fa deperire tutto ciò con cui entra in contatto. Ogni uomo entra in quella categoria, che voglia ammetterlo oppure no. E ci entra non perché è costretto da qualche forza misteriosa, ma perché con le sue azioni, parole e pensieri sceglie deliberatamente di entrarci.

2. Un’altra cosa che non avevano realizzato è che Dio è il Dio dei peccatori. Egli si siede con loro, cena con loro, parla con loro e li porta alla guarigione, come il medico con i malati. Il popolo d’Israele doveva saperlo bene, eppure se ne erano dimenticati. Quel Gesù seduto a tavola con i peccatori era lo stesso Dio che aveva accompagnato con la Sua presenza un popolo testardo, arrogante e peccatore per quarant'anni in un arido deserto, dando loro cibo ed acqua. Nonostante il loro peccato, Egli non aveva smesso di guidarli: “Tu, nella tua immensa misericordia, non li hai abbandonati nel deserto: la colonna di nuvola che stava su di loro non cessava di guidarli durante il giorno, lungo il loro viaggio, e la colonna di fuoco non cessava di illuminare il loro cammino da percorrere di notte” (Neemia 9:19).

Questo è il Dio in cui credo. I farisei si stupivano tanto che Gesù si intrattenesse a tavola con i peccatori, proprio perché Lui sosteneva di essere Dio. Eppure non è questo il nostro Dio? Non è questa la nostra unica speranza e salvezza? Che per la sua immensa misericordia, unico amore, Lui decida di sedersi accanto a noi, nonostante il nostro peccato, ancora e ancora, per portarci alla piena guarigione?

Il nostro Dio è un Dio santo, che detesta il peccato. Egli non lo scusa, non lo giustifica e non lo accetta. Ma egli lo perdona, perché il suo cuore ama ogni singolo peccatore. Così si siede accanto a te ancora oggi, detestando il tuo peccato, ma amando immensamente la tua anima. Si siede accanto a te e non ti evita, perché è Dio e non un uomo. Cena con te, parla con te, con l’obiettivo di mostrarti la verità: Lui è il Medico che guarisce la tua malattia. Oggi è il giorno in cui prendere un appuntamento dal Sommo Dottore, affinché Gesù ci prescriva la cura.

Sai qual è il primo passo da fare per guarire? Riconoscere la malattia:

“Alcuni farisei andarono da lui e gli dissero: ‘Siamo ciechi anche noi?’ Gesù rispose: ‘..Siccome dite: ‘Noi vediamo’, il vostro peccato rimane”. (Giovanni 9:40-41)

Imbandisci la tavola perché Gesù non si rifiuterà di sedersi a tavola con te. Prepara la tavola per l’ospite d’onore, perché Lui desidera sedersi con te. Così come Levi aprì a Gesù il cuore e la casa, fa’ anche tu lo stesso, ed ogni cosa cambierà.

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