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O Dio, crea in me un cuore puro!



Dopo la morte e resurrezione di Gesù, i discepoli dovevano scegliere una persona che sostituisse Giuda Iscariota, il traditore. Nel libro degli atti degli apostoli viene raccontato come questo avvenne: i discepoli presentarono due candidati: “Giuseppe detto Barsabba, che era soprannominato il Giusto e Mattia”. (Atti 1:23)

Da poco ho notato che Mattia non ha vicino al suo nome nessun tipo di aggettivo. Così, se mi fermassi a questo versetto, io sicuramente sceglierei Giuseppe per aiutare i discepoli nel loro grande mandato: parlare di Gesù a tutto il mondo.

Eppure il racconto va a avanti e viene detto che i discepoli pregarono a Dio dicendo così: “Tu signore, che conosci i cuori di tutti, indicaci quale di questi due hai scelto.” (Atti 1:24)

E la scelta ricadde su Mattia. Ho letto questi versetti in questa settimana e arrivata a questo punto mi sono fermata per un po' a riflettere.

Dio scelse Mattia. Immagino che Giuseppe, per avere meritato quel soprannome, fosse realmente un uomo corretto, che si comportava in maniera saggia. All’inizio ho pensato: “Dai vabbè, comunque ne doveva scegliere uno, questo non vuol dire che l’altro non fosse una brava persona” e forse questo è vero, ma mi tormenta la preghiera dei discepoli: “Tu che conosci i cuori di tutti”.

Non possiamo fingere. Non possiamo ingannarlo. Non possiamo neppure accontentarci di piacere agli uomini, di avere soprannomi lodevoli davanti a tutti. A Dio non importa nulla di tutto questo, i suoi compiti li affida a chi ha davvero un cuore pronto e volenteroso di servirlo.

Giuseppe e Mattia avevano entrambi ciò che serviva per essere apostoli: erano testimoni dall’inizio alla fine di tutta l’opera di Gesù.

C’è un versetto molto bello in proverbi che dice così: “Costudisci il tuo cuore più di ogni altra cosa al mondo, perché tutto quello che fai viene da lì” Proverbi 4:23

Mattia forse non aveva speso tempo per costruirsi un soprannome agli occhi della gente, ma aveva costudito il suo cuore.

Dio non affida compiti sulla base di una reputazione che ci siamo costruiti, sulle esperienze che abbiamo fatto, sulle nostre capacità. Non affida nulla a chi si vanta di ciò che è apparenza e non di ciò che è nel cuore. Perché “.. ci conosce a fondo” 2 Corinzi 5:11

Così se vogliamo servirLo, c’è una preghiera che dobbiamo continuare a fare con tutta la nostra forza:

“O Dio, crea in me un cuore puro” Salmo 51:10

Non un cuore perfetto di natura, ma un cuore che torna da Dio ogni volta per farsi modellare, cambiare. Un cuore che non desidera essere guardato, ma fa di tutto solamente per indicare, mostrare e far conoscere Dio. Un cuore che è costretto dall’amore di Cristo a servire le persone con umiltà.

Magari tu che leggi però, non conosci Dio. Ho sentito molte persone affermare: “Non è cosa per me Dio e la chiesa”.

Ne ho visto altre dire che la loro vita è un casino e che forse non si possono avvicinare a Dio per questo, perchè magari le scelte della loro vita non sono proprio quelle che si immaginano per un “uomo\donna di chiesa”. Ma ancora una volta, ti voglio dire che il Dio della Bibbia, non fa attenzione alla nomina che abbiamo davanti agli altri. Non vuole avvicinarsi a quelli che sembrano avere una vita “apparentemente” perfetta, al contrario è venuto per chi riconosce che c’è qualcosa che non va, che la propria vita è un disastro. È Colui che guarda oltre i sorrisi finti, le frasi scontate, i comportamenti di apparenza. È Colui che è pronto a salvare i cuori che desiderano conoscerLo, che riconoscono di essere pieni di errori, che si sentono non capaci di vivere secondo gli standard di Dio.

Colui che conosce i segreti del cuore,non si stancherà mai di mettere le Sue mani Sante nei nostri cuori sporchi e indegni se solamente ci prostriamo pentiti a Lui e Gli chiediamo di farlo.

“… perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia.” (Romani 10:9-10)

Perché ciò che ci abilita ad essere suoi figli, a servire Dio, non è ciò che siamo davanti agli altri, ciò che facciamo, ma è ciò che Lui ha fatto nel nostro cuore quando Gli abbiamo chiesto di purificarci. È ciò che ha fatto su quella croce, morendo e prendendo su di sè la condanna che ci spettava, affinché potessimo diventare GIUSTIZIA DI DIO IN GESù.

Ed è solo attraverso e per i meriti di Cristo, che non degli uomini ma il Dio Grande e tre volte Santo mi soprannomina giusta!


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