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Marco - Un vangelo inaspettato



La Bibbia contiene quattro diversi vangeli. La parola vangelo significa letteralmente “buona notizia”. C’è qualcosa di buono che vuole essere trasmesso attraverso questi quattro vangeli. Il primo ad essere stato scritto, probabilmente non più di due decenni dopo la morte di Gesù, è il vangelo di Marco.

(Prima di andare avanti voglio dirti che impiegherai circa 3 minuti a leggere questo articolo, 4 se sei..come dire..uno scrutatore dei dettagli. Tieni a mente questo fatto. Al termine dell’articolo vorrei sfidarti in un’ardua impresa!)

Dunque, la caratteristica dei vangeli, da cui dipende tutta la loro importanza, è di presentarsi come il frutto della testimonianza dei testimoni oculari di Gesù, ossia persone che hanno vissuto e visto quanto raccontato in questi libri. Leggere i vangeli è come infiltrarsi in un ufficio di qualche tribunale, cercare tra le cartelle in ordine alfabetico, trovare la lettera “G”, estrarre la cartella e leggerla tutta d’un fiato. Si perché il libro di Marco è organizzato un po’ come un’insieme di reperti, dove uno porta all’altro, e a quello dopo ancora, e ancora avanti, reperti che si leggono con urgenza, per arrivare a scoprire più velocemente possibile la verità. Se leggi il vangelo di Marco infatti, sono tantissime le volte in cui, finito di raccontare un episodio, Marco ne inizia immediatamente un altro, con frasi del tipo: “Subito dopo” o “Non appena” o “Poi..poi..poi..poi..”. C’è una sorta di pressante urgenza, qualcosa che ti spinge avanti, qualcosa che deve essere scoperto. Allora ci dobbiamo domandare dove Marco ci voglia far arrivare.

Di cosa parla il vangelo di Marco?

Erano passati non molti anni dagli eventi che avevano coinvolto Gesù in una straordinaria vita, terribile morte e misteriosa resurrezione. I suoi discepoli avevano incominciato ad annunciare una “buona notizia” in ogni parte del mondo conosciuto, ma ancora, tra le strade della Palestina e di ogni altra regione della terra, poteva sentirsi il suono di una domanda carica di dubbio: “Chi è realmente questo Gesù?”. Così, l’obiettivo del vangelo di Marco è proprio quello di rispondere a questa domanda.

Beh in realtà Marco non ci mette tutto il libro (16 capitoli) per rispondere a questa domanda. Egli è infatti molto sicuro di chi Gesù sia realmente e ce lo dice nella prima riga del libro:

“Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio.” (Marco 1:1)

Ok, letta questa prima riga, già non ci abbiamo capito niente. Cosa vuol dire “Cristo”? E poi non è assurdo che qualcuno si definisca “Figlio di Dio”? Se l’obiettivo di Marco è dirci chi sia realmente Gesù, forse dobbiamo capire queste due cose prima di andare avanti. Quindi, brevemente, Cristo è la parola greca per Messia. Chi era il Messia? Il Messia era il liberatore che gli ebrei stavano aspettando. L’antico testamento parla infatti di un liberatore che Dio avrebbe mandato, il quale avrebbe raccolto il popolo d’israele, ferito da secoli di deportazioni, persecuzioni e feroci domini, e avrebbe dato loro un regno di pace, giustizia e gioia (si, c’è compresa anche la gioia). In altre parole, un buon Re.

Fermi un attimo. Questa sembra la storia antica di un popolo specifico, legata a tradizioni, superstizioni, attese profetiche specifiche, che niente hanno a che vedere con me che sono giovane, italiana e che vivo soprattuto nel 2018. Se Gesù è questo, beh forse non mi riguarda e non mi interessa. La realtà è però molto diversa. Il Re di cui la Bibbia parla, non è solo quello promesso al popolo d’Israele e non è solo un uomo. La Bibbia parla di un Re, Dio stesso, pronto a liberare ogni uomo da un dominio molto peggiore di quello di crudeli sovrani umani, un Re umile e gentile, potente e vittorioso, che sarebbe venuto a sconfiggere il nemico vero di ogni essere umano: il peccato. Forse anche questa storia ci sembra vecchia e per niente riguardante gli uomini dei nostri tempi. Ma il peccato non è vecchio e non è passato di moda, e lo sappiamo benissimo perché ne vediamo gli effetti tutti i giorni. Senza andare troppo lontano, io mi fermo su me stessa, e vedo quanto ci sia dentro di me ed intorno a me che mi fa stare male e che fa del male, un “male” che offende profondamente Dio. E no, non parlo del raffreddore primaverile, ma del dolore, della solitudine, della morte, dell’orgoglio, dell’invidia. Quindi, pensare al fatto che io possa essere in qualche modo liberata, si perché il peccato è schiavitù, da tutto questo, mi rende un po’ più attenta al messaggio di questo libro.

Quindi, ricapitolando, il popolo d’Israele, dominato dall’esericto romano al tempo di Gesù, stava aspettando un Re vittorioso che avrebbe sconfitto ogni nemico e riportato un regno di pace e giustizia (e gioia). E Marco, autore del vangelo, dice che questo Re è Gesù, il quale, secondo la versione di molti, era un sobillatore morto da quasi vent’anni. Marco sei impazzito??

Beh Marco parte da questa ferma certezza e racconta la storia di Gesù, fino al punto, al capitolo 8, in cui Gesù inizia a spiegare come avrebbe dimostrato di essere il Re, no, non il re che loro si aspettavano, ma il Re di cui avevano bisogno, quello che sconfigge il peccato. Laddove un popolo intero aspettava un re potente sopra un nobile destriero, Egli sarebbe stato un Re servo appeso ad una croce. Si, egli avrebbe servito gli uomini. In che modo? Morendo al posto loro. Là dove la gente voleva vedere una corona d’oro, essi avrebbero visto una corona di spine. Questo è il cuore del vangelo di Marco. Gesù è il Messia che l’uomo stava aspettando, perché in questo punto della storia dell’umanità non è tanto un popolo che cambia re ciò che conta, ma che ogni singolo uomo venga liberato dal peccato, per conoscere un Re ben più superiore a qualsiasi despota umano, un Re che è stato disposto a morire, pur di liberarci da un crudele padrone, un Re servo, ma vittorioso.

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in questo punto della storia dell’umanità non è tanto un popolo che cambia re ciò che conta, ma che ogni singolo uomo venga liberato dal peccato

Dov’è la vittoria di questo Re?

Il vangelo di Marco si conclude con la resurrezione di Gesù. La morte è stata sconfitta ed è stata sommersa nella vittoria. Egli ha preso su di se la morte, il peccato e il dolore, e gli ha sconfitti. Ecco, essi l’avevano legato, ma con estrema forza egli ne ha distrutto le catene.

Questo è il vangelo di Marco. Se hai letto questo articolo in 3 / 4 minuti, il vangelo di Marco contine 16 capitoli che sono più corti generalmente di questo stesso articolo. Questo significa che, se la matematica in cui non sono forte non mi inganna, puoi leggere l’intero vangelo in meno di un’ora. Allora perché non prendi una Bibbia, che sicuramente hai, non ti chiudi in camera per un’ora, e provi a leggere il vangelo di Marco? Male che vada potrai dire di aver letto una parte del libro più famoso del mondo almeno una volta.

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