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Un silenzio carico d'amore



Ho un carattere fastidioso, quando mi arrabbio difficilmente lo vado a dire alla persona interessata. Sono una di quelle a cui non capita quasi mai di alzare la voce contro qualcuno, io solitamente faccio finta di niente. Silenzio indifferente, fino a quando non mi passa. Quando ci sono delle incomprensioni, per non far trapelare ciò che provo addirittura evito di guardare negli occhi le persone.

La mia arma di difesa, o forse di attacco, quando qualcuno mi ferisce è il silenzio.

Il mio silenzio che può essere percepito da molti come segno di maturità, invece è ricco di indifferenza o più semplicemente è povero d’amore.

C’è una storia nella Bibbia che mi colpisce sempre. Parla di Pietro, il discepolo che è stato tre anni insieme a Gesù nel suo ministero, che aveva visto tantissimi miracoli, il discepolo sempre pronto nel rispondere. ( daaai Pietro è un tipo conosciuto.)

Arriva un momento in cui può dimostrare la sua devozione a Gesù, in cui può mettersi dalla sua parte, ma nel momento più duro, proprio prima della crocifissione, lo rinnega addirittura bestemmia e con tutta la sua forza urla che non lo conosce, per ben tre volte.

In Luca, uno dei vangeli dove viene raccontata questa storia viene aggiunto un particolare, c’è scritto così:

Ma Pietro disse: «Uomo, io non so quello che dici». E subito, mentre parlava ancora, il gallo cantò. 61 E il Signore, voltatosi, guardò Pietro. (Luca 22:60-61)

Gesù si voltò e guardò Pietro.

Aveva tutto il diritto di non farlo, di non permettere che i loro occhi si incontrassero, tutto il diritto anche di urlare e dirgli : “ hai visto Pietro hai fatto come ti avevo detto, non sei poi un così buon amico!!” Eppure lo guardò e scelse di non dire nulla.

Stava andando a morire anche per il peccato di Pietro, e pieno d’amore decise di non mostrarsi indifferente,ma di voltarsi.

Un silenzio pieno d’amore

e povero d’indifferenza

.

Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca. Isaia 53:7

Così come il popolo gridò "crocifiggilo", come i capi religiosi dissero "dai scendi da quella croce se sei il figlio di Dio", così come Pietro lo rinnegò, anche io a volte Gli sputo in faccia la mia indifferenza, la mia poca fede. Ma Lui continua a non avere paura di guardarmi in silenzio pieno d’amore, perché ha pagato anche per quello sulla croce. Ha pagato e preso su di sé le conseguenze della mia, della tua continua ribellione contro Dio. E non ha bisogno di urlarti in faccia, o voltarti le spalle come farebbe un uomo, ma ti guarda perché sa che hai un disperato bisogno di Lui.

Sapere di essere l’oggetto di uno sguardo così costante e indipendente da ciò che fai, da ciò che sei, ti permette di sperimentare la bellezza di un amore che non viene mai meno.

Oh quanto adoro il fatto che ami così diversamente da noi uomini. Anche quando ci volgiamo contro di Lui,non smette mai di desiderare che i nostri occhi come quelli di Pietro incontrino i Suoi.

Non per ammonirci, ma per ricordarci che il suo perdono è pronto per noi, Ancora e… ancora. Non si stanca.

Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. (Giovanni 3:17)

Non so in che punto sei della tua vita, se pensi di non aver bisogno di Dio, se lo disprezzi, se ti è indifferente, se bestemmi il suo nome, ma sappi che non sarai mai troppo lontano, troppo sbagliato, da impedire che Lui posi il Suo sguardo su di te.

Pietro lo guardò e c’è scritto: che uscì fuori e pianse amaramente. Era stato affianco a Gesù per tre anni, l’aveva visto guarire molte persone, insegnare come nessun’altro aveva mai fatto. Quando i loro sguardi si incrociarono, si ricordò che stare affianco a Gesù, amarlo, era stata la cosa più incredibile della sua vita. Pianse amaramente e Dio lo perdonò.

Che senso ha vivere tutta una vita se non si arriva ad un momento come quello di Pietro dove si piange davanti a Gesù per ricevere quel perdono e quell’amore che la nostra anima da sempre ricerca e necessita?

Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua?

Matteo 16:26)


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