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C'è di più (#2)



"Non temere piccolo gregge, perché al Padre è piaciuto di darvi il Regno." Luca 12:32

"C'era una volta un Re, buono e saggio..". Così iniziava la storia che abbiamo raccontato.

Questa semplice storia ben racconta la vera storia dell’umanità.

Non so voi ma io mi ci ritrovo, completamente. Dobbiamo imparare ad essere onesti con noi stessi, perché se impariamo a farlo sul serio, potremmo essere in grado di cogliere molto di più di quello che stiamo tenendo stretto tra le mani ora, e che vale molto poco. Io non so come tu percepisca il male, il dolore, l’ingiustizia e la morte, ma per quanto mi riguarda, tutto questo crea in me un fremito, un’incrinazione, come se qualcosa dentro di me, che non so bene cosa sia, percepisse che non è questo il tipo di mondo nel quale abbiamo sempre vissuto, come se fosse possibile qualcosa di diverso, o quanto meno sento forte il desiderio incontrollabile ed implacabile di qualcosa di più. Sento che dolore, violenza e morte, non dovrebbero caratterizzare la nostra esistenza, che siano con l’umanità incompatibili. Mi spiego meglio. Quando ascolto al telegiornale notizie di omicidi, stupri, violenze inaudite, ingiustizie inascoltate, la mia mente non riesce a non considerare che ci sia qualcosa che non sta funzionando nel modo giusto, che vi sia qualcosa di terribile che trasforma l’uomo in un essere disumano e mostruoso.

Allo stesso tempo, mi commuovo come una bambina quando vedo piccoli gesti di solidarietà, aiuto ed impegno, come se vedessi in quei momenti l’umanità così come dovrebbe essere realmente, come se sentissi che è quella la forma originale nella quale l’uomo è stato un tempo creato, un’umanità che si esprime in quei momenti in tutto il suo pieno e meraviglioso potenziale. Vedo l’uomo nella sua autentica ed antica bellezza, e per un secondo capisco perché Dio si sia tanto impegnato nel crearla e nel redimerla.

“Poi Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza.” (Genesi 1:26)

“Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo.” (Salmo 139:14)

Per non parlare poi della morte. La morte mi sconvolge. Qualcosa in profondità dentro di me la rifiuta, vi si ribella, la nega e la odia. Batte dentro me un cuore eterno il cui battito accelera incredibilmente nel vedere una mostruosità del genere. La Bibbia racconta che Gesù, dinanzi alla tomba di un suo caro amico, “fremette nello spirito e si turbò” (Giovanni 11:33), turbato e addolorato dalla sofferenza e dalla distruzione portata da quell’oscuro flagello, una distruzione sia fisica che spirituale. Davanti a quel dolore, davanti a quell’orrore, “Gesù pianse.” (Giovanni 11:35), pianse per quell’umanità che egli amava e che era venuto a salvare.

Alla luce di tutto questo, sono arrivata ad una conclusione, spero onesta. L’ingiustizia mi fa fremere, perché l’uomo è stato creato buono. La violenza mi disgusta, perché l’uomo è stato creato gentile. La morte mi sconvolge, perché l’uomo è stato creato per la vita. Qualcosa di più, di molto di più, era stato progettato per noi. E mi dico, perché non dovrebbe essere così? Perché non dovrebbe essere stato progettato per noi qualcosa di molto più straordinario, eccitante, grande e duraturo? Sento dentro le mie ossa, nella mia mente e nel mio cuore, in rari ma incredibili momenti, il richiamo a tutto questo, come se fossi stata creata per questo.

“Dio ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell’eternità.” (Ecclesiaste 3:11)

E come il Sovrintendente, quando guardo le meraviglie della creazione, sento il legame con un altro mondo, vedo una bellezza rara e toccante che deve avere un’origine straordinaria in qualcuno di straordinario.

“I cieli raccontano la gloria di Dio ed il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.” (Salmo 19:1)

“..Poichè quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili.” (Romani 1:19-20)

C’è qualcosa e qualcuno di cui le profondità del mio essere mi parlano.

La Bibbia apre a quel mondo, a quella realtà, una realtà divina e straordinaria, che si fa spazio però tra le pieghe del nostro mondo. E’ vero, in essa troviamo miracoli, atti incredibili, personaggi straordinari, storie folli e pazzesche. Più di tutto, quello che troviamo nella Bibbia è l’idea che l’uomo sia stato creato da un Re buono e saggio, che l’uomo vi si sia ribellato, che sia caduto nella malvagità, nel dolore, nella solitudine e nella morte, ma che lo stesso Re, avendolo molto amato, si sia tolto il mantello, sia sceso dal cavallo e abbia combattuto per riportarlo al vero Regno, alla vera vita. Egli, Gesù Cristo, è il Re, Lui è la luce che sconfigge le tenebre:

“Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato perché proclamiate le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.” (1Pietro 2:9)

Perché mi dici che è assurdo? Non senti anche tu dentro di te di essere stato fatto per più di questo? Più di una vita ordinaria, ripetitiva, piena di dolore e di sofferenza, confusa e limitata? Non senti dentro di te il cuore accendersi quando riesci ad amare, a provare buoni sentimenti o quando ricevi dolci gesti da qualcuno? L’amore ci richiama al vero mondo, alla vera realtà, a ciò che siamo realmente. Quando sperimentiamo l’amore in questa terra, scorgiamo in esso una grandezza non fatta per un mondo a tempo determinato, ma una grandezza propria di una realtà al di là della nostra, di un mondo al di là del mondo. Esso ci parla di una vita al di là della vita, senza dolore e senza termine, di un tempo fuori dal tempo. Ecco forse perché questo desiderio d’amore, proprio di ogni uomo, perché è in esso che sentiamo di ritrovare qualcosa andato perduto nel tempo, la nostra eternità, la nostra alimentazione, il nostro scopo.

“L’amore non verrà mai meno. Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l’amore.” (1 Corinzi 13:8;13)

No, per me la realtà non è questa, non è questa qui fatta di crudeltà e di morte. Questa è quella in cui siamo scivolati. C’è di più, più vita, più luce, più gloria, più bellezza che ci attende, per cui siamo stati creati. Perché mi dici che sia follia una realtà fatta di cose straordinarie come i miracoli, o di vite lunghissime e abbondanti, di sentimenti grandiosi come l’amore di un Re disposto a morire per te? Il mondo in cui viviamo vuole toglierci lo straordinario, ci sta rubando il cielo. Ma noi siamo stati creati per lo straordinario. C’è una realtà straordinaria, la quale si realizza quando il Sovrintendente cammina insieme al Re. Una realtà con più amore, più gioia, più giustizia. Insieme al Re essa si compie. Essa può incominciare qui e continuerà per l’Eternità nel regno del Re.

C'è una realtà straordinaria che si realizza quando il Sovrintendente cammina insieme al Re

C.S. Lewis scrisse: “Il cuore delle cose è oltre, andate avanti.” e concludendo il suo romanzo “Le cronache di Narnia” scriveva: “Noi ci fermiamo qui e possiamo solo aggiungere che essi vissero per sempre felici e contenti. Ma fu solo l’inizio della Vera Vita. La vita nel mondo originario e le magnifiche avventure a Narnia non erano state che la copertina, il titolo della Grande Storia. Ora, finalmente, cominciava il Primo Capitolo di un libro che narra la Storia Eterna e che, di pagina in pagina, si fa sempre più avvincente e straordinario.”

Lo straordinario che, qualche volta, godiamo qui sulla Terra, è solo un assaggio!

C’è di più.


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