Insoddisfatti anche nella terra promessa

Non so voi, ma io penso sempre al futuro: facevo le elementari e pensavo alle medie, poi alle medie sognavo le superiori ecc ecc. Nella mia mente ci sono sempre pensieri per il futuro e questo molte volte mi distoglie da quello che sto vivendo in un preciso momento, tanto che riesco a godermi le cose che faccio per un breve periodo poi incomincio a pensare al prossimo step della mia vita.

Del tipo “godiamoci il momento”, ma con una parte del mio cervello sempre proiettata in avanti ad immaginare traguardi che devo raggiungere, momenti che devo collezionare, esperienze che devo intraprendere, come se con il mio cuore non arrivassi mai alla “terra promessa”, come se ci fosse sempre qualcosa nel mio futuro di più bello e appagante, che mi renderà più felice e che non ho ancora raggiunto.

Non so se anche a voi è capitato di dire“ quando farò\avrò…… sarò sicuramente più felice”.

( completate voi la frase pensando alla vostra vita).

Una volta raggiunto ciò che si desidera però, sembra non bastare mai.

Una continua ricerca di una terra promessa, impossibile da raggiungere.

Non so quanti conoscono la storia del popolo d’Israele, Dio aveva promesso loro un paese buono e dopo 40 anni nel deserto sarebbero entrati

"in un buon paese: paese di corsi d'acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti; paese di frumento, d'orzo, di vigne, di fichi e di melagrane; paese d'ulivi e di miele; paese dove mangerai del pane a volontà, dove non ti mancherà nulla; paese dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame. Mangerai dunque e ti sazierai “

(Deuteronomio 8:7-9)

Immaginate il popolo come desiderava quel paese, come la loro mente fosse fissa lì al momento in cui lo avrebbero posseduto. La loro terra promessa. Un gran bel paese, tutto per loro, dove finalmente sarebbero stati completamente sazi e soddisfatti, in poche parole felici. Però se leggete la storia, anche in quella terra promessa soffrirono e patirono la fame.

Allora mi sono chiesta: ma come è possibile che anche quello che penso essere secondo la Volontà di Dio, qualcosa di “buono” e “giusto” possa non soddisfarmi? Come fa nulla di apparentemente sbagliato a non rendermi felice? Perché alla fine, nonostante i miei sforzi, non sono mai sazia?

Dio, che si definisce il Dio d'Israele e che vuole essere il Dio personale di ognuno di noi, ci da una risposta, perchè prima di elencare le caratteristiche della terra promessa dice:

"Se ubbidirete diligentemente ai miei comandamenti, amando il signore il vostro Dio, servendolo con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima io darò al vostro paese…” (Deuteronomio 11:13)

La condizione per gustare e gioire della e nella terra promessa, era quella di ubbidire ai comandamenti di Dio, di tenersi stretti a Lui,di amarLo e servirLo.

Un uomo saggio scrisse:

“ Temi il Signore e osserva i suoi comandamenti, perché questo è tutto per l’uomo”. (Ecclesiaste 12:15)

Tutto quello che sto cercando, tutto quello che mi soddisfa, tutto quello che mi può rendere felice è conoscere Dio e ubbidire alla Sua Parola.

Ogni volta che ad Israele venivano elencate le leggi di Dio che dovevano rispettare entrati nella terra promessa, veniva loro detto ubbidite “affinchè siate felici”, ma se non farete così “voi perirete presto NEL BUON PAESE CHE IL SIGNORE VI DA”.

Quindi anche un'esperienza positiva, una posizione sociale favorevole, una relazione con una persona in gamba, qualsiasi BUON PAESE che Dio ci dona, ci farà sentire insoddisfatti, ci farà addirittura del male se ci dimentichiamo di Lui un secondo dopo averlo ottenuto o se pensiamo che il paese è di per sé buono e che non è il Signore a renderlo tale.

Allora non è la terra promessa ciò che ci può rendere felici, ma arrivarci e viverci in ubbidienza a Dio.

Allora non è la terra promessa di cui il nostro cuore ha bisogno, ma della Sua presenza.

La vita è fatta di alti e bassi, ma ciò che ci farà apprezzare il latte e il miele in posti favorevoli o la manna nel deserto sarà riconoscere la mano di chi ce li sta concedendo, di chi si sta prendendo cura di noi, il Dio Eterno che non cambia mai.

Come il popolo d’Israele il mio cuore a volte è duro e ostinato a voler fare quello che vuole, ma nei miei ricordi i periodi più incredibili, soddisfacenti e felici della mia vita sono stati solo quelli in cui ho ubbidito a Dio, solo in quei momenti non ho desiderato nient'altro di quello che già possedevo.

Non so se stai cercando ancora qualcosa che ti soddisfi completamente, se pensi che quando avrai un buon lavoro, una buona casa, fidanzato\a ecc ecc sarai felice. Se la pensi così, stai solo posticipando il momento in cui dovrai ammettere qualcosa che hai compreso già da tempo, cioè che tutto quando lo desideri appare incredibilmente speciale, ma una volta che lo possiedi non lo è più o almeno lo è solo per un breve periodo.

C.Lewis disse:

"Se trovo in me un desiderio che nessuna esperienza di questo mondo è in grado di soddisfare, la spiegazione più probabile è che io sono stato creato per un altro mondo.

Gesù che conosce i bisogni del nostro cuore disse:

“Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna”. (Giovanni 4:13-14)

In poche parole stava dicendo: “qualunque terra promessa raggiungerai ( situazioni positive della vita ecc.) non ti soddisferà, cercherai sempre qualcos'altro, solo io posso farlo, solo io posso non fare morire di fame il tuo cuore, solo io posso dargli la Vita.”

Smettila di cercare la terra promessa perché non esiste, cerca invece CoLui, la cui presenza riuscirà in ogni momento della tua vita, in circostanze positive o negative, a saziarti e a farti del bene.

“ Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono,gusterete cibi succulenti! Porgete l'orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete." (Isaia 55:2-3)