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Momenti di transizione.. Stop o Step?



Capita a tutti, e in realtà capita spesso, di trovarsi alle soglie di un “nuovo momento”, una nuova fase della vita. Proprio ora mi sento esattamente nel mezzo di uno di questi momenti di transizione, dove la domanda pressante nella testa è: “E ora?”. Ci troviamo a dover decidere quale sia il prossimo passo, perchè un confine deve essere sempre attraversato per consentirci di proseguire lungo quella landa fatta di linee di traguardo e nuovi territori da esplorare, che è la vita. Così dobbiamo armarci di coraggio, indossare le scarpe giuste, e fare un passo.

Ma sono arrivata a questa conclusione: ogni volta che ci troviamo nel mezzo di uno di questi momenti di transizione, il primo passo da fare per proseguire nel modo giusto, è fermarsi. Paradossale forse, ma essenziale.

Il primo passo da fare per proseguire nel modo giusto è fermarsi

Ci sono 4 stop (ma che sono anche 4 fondamentali step), ai quali è necessario che ci fermiamo.

1° Stop

“Fermatevi” dice il Signore, “e riconoscete che io sono Dio.”

(Salmo 46:10)

Io non so quale sia il tuo rapporto attuale con Dio, forse non lo hai mai considerato come qualcuno da prendere sul serio, soprattutto nei momenti in cui devi prendere delle decisioni, o forse un giorno, tanto tempo fa, hai ritenuto che la tua vita fosse simile ad una barca, bisognosa di un saggio capitano al timone, e hai riposto la tua fiducia nella guida del Signore. Ma al di là tutto questo, sembra esserci una pressante necessità, una grande urgenza che percorre tutte le singole pagine della Bibbia. Ogni frase di questo libro ci mette davanti ad una priorità assoluta: non importa in cosa sei impegnato, quanto questo momento di transizione sia difficile, interrompi ogni pensiero ed ogni attività e risolvi prima un’altra questione, Dio. La Bibbia, molto schiettamente, presenta un Dio che richiede di prendere una posizione personale davanti a Lui, e sembra anche suggerire che questa decisione sia la prima decisione che dobbiamo prendere, prima di affrontare tutto il resto. Quindi, non so dove tu sia, e quali altre decisioni hai già preso, ma prima di proseguire, metti in pausa e considera questa questione, non in modo superficiale, ma datti ad una ricerca profonda e meticolosa, e alla fine prendi una posizione netta davanti a Dio. Il suggerimento della Bibbia è: fermati, indaga, e alla fine riconosci che il Signore è Dio. Fermati e considera che potrebbe essere tutto vero, e allora, cosa ci sarebbe di più importante da indagare?

Ogni giorno è il giorno giusto per fermarsi e riconoscere che il Signore è Dio. Puoi averlo già fatto in passato, ma l’ansia e la pressione di questo mondo esagitato e spesso apatico ci fa dimenticare che il Signore in cui abbiamo confidato, è Dio. Fermiamoci, e ricordiamoci questo.

2° Stop

“Fermati e considera le meraviglie di Dio.”

(Giobbe 37:14)

Il secondo stop suggerisce non un riordino di priorità ma un cambio di prospettiva. Indossiamo spesso delle lenti che ci fanno vedere il mondo in bianco e nero, ma prima di proseguire, veniamo incoraggiati a vivere questi momenti di transizione considerando le cose preziose e bellissime che stanno attorno a noi e che ci sono nella nostra vita. Indossa le lenti giuste e goditi i colori! Non è uno stile di vita leggero e irrealista ma molto serio e riflessivo. La meraviglia di Dio è intessuta nella trama del mondo e della nostra vita ma non ci sfiora nemmeno l’idea di passare del tempo a contemplarne la bellezza. Stop, stop con tutto, con decisioni, pensieri e pressioni, fermati e contempla ciò che puoi vedere e a cui puoi attribuire carattere di straordinarietà. Qual è l’utilità? Non è solo una perdita di tempo? Per me è una boccata di ossigeno. La bellezza che scorgo in tutto ciò che Dio mi ha donato e quella che ha messo in ciò che mi circonda, mi fanno tornare a respirare, poiché c’è un Dio che sa e può fare cose meravigliose, ma io me ne dimentico.

3° Stop

“Fermati e ti farò udire la parola di Dio.”

(1 Samuele 9:27)

Il terzo stop costruisce una relazione. La cosa bella delle relazioni importanti, è sentire di essere conosciuti. Non importa quanto dispersi e soli questo mondo frenetico possa farci sentire, esiste quella persona che sa chi siamo. La conoscenza crea un legame invisibile così profondo, costruisce un mondo in cui esiste un posto sicuro. Abbiamo tutti bisogno di quella persona che sa esattamente come sente il nostro cuore e come pensa la nostra mente, senza nemmeno bisogno di scambiare più parole. Ma per costruire questo tipo di conoscenza c’è bisogno di tempo, un tempo esclusivo, un tempo appartato, un tempo intimo, un tempo scelto, e c’è bisogno di parole. Non possiamo pensare di poter costruire relazioni di questo tipo quando il nostro modo di vivere ci spinge a correre tutto il giorno ovunque senza fermarci mai, senza dedicare del tempo a parlare di tutto e ascoltare tutto. Lo stesso avviene con Dio. Se vogliamo godere di una relazione profonda, se vogliamo sentirci conosciuti, qui dove pochi ci conoscono davvero, abbiamo bisogno di fermarci e di prenderci del tempo privato con Lui, dove parliamo di tutto e dove soprattutto possiamo udire la Sua voce. E’ interessante che Dio non si metta a strepitare e ad alzare la voce sopra il caos dei nostri mille impegni, ma ci chiede di fermarci, e allora parlerà con noi.

Mi piace tantissimo un passo nella Bibbia, dove un uomo di nome Elia si ritrovò in un deserto e sentì la voce di Dio (e non era un’allucinazione!) :

“Dio gli disse: ‘Va’ fuori e fermati sul monte, davanti al Signore.’ E il Signore passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il Signore non era nel terremoto. E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il Signore non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero. Quando Elia lo udì si coprì la faccia con il mantello e una voce giunse fino a lui.” (1 Re 19:11-13)

La voce di Dio può essere un tuono ma è spesso un mormorio di vento leggero. Essa è gentile e dolce, e va udita non nel correre generale della nostra vita, ma nel silenzio di una stanza chiusa.

4° Stop

“Fermatevi e osservate questa cosa grande che il Signore sta per compiere davanti ai vostri occhi.”

(1 Samuele 12:16)

L’ultimo stop è forse il più difficile, perché chiede una rinuncia all’azione. Per i più esperti di noi, maestri nell’arte dell’attesa e della pazienza, smettere di agire potrebbe venire semplice. Ma spesso mi trovo ad essere così testarda e agitata da voler controllare ogni situazione. Quando abbiamo a che fare con questo Dio, però, molto spesso Egli ci dice: “Fermati e resta a guardare”. Ci viene richiesto di fidarci di Lui, di lasciare che sia Lui a guidare ogni cosa, di abbandonare il controllo e di smettere di intervenire nelle situazioni intorno a noi. Ho imparato che tenere le redini non conduce sempre a vincere la corsa, che alle volte è essenziale rinunciare a guidare e seguire il Maestro, che la rinuncia può portare alla vittoria più della caparbietà. Rimanere fermi a guardare, questo è quanto dobbiamo fare. Potremo alle volte pensare di stare perdendo tutto, di starci facendo sfuggire ciò che vogliamo dalle mani, ma un uomo molto saggio una volta disse:

“Non è folle chi lascia andare ciò che non può trattenere, per guadagnare ciò che non può perdere.”

Jim Elliot.

Perciò fermiamoci e scegliamo di restare a guardare Colui che può fare molto meglio di noi.

In conclusione, i momenti di transizione arrivano, all’improvviso o con una regolare e sociale scadenza. I confini da attraversare saranno molti, tutti impegnativi. Ma per avanzare nel modo giusto, scegliamo prima di fermarci, sapendo che abbiamo un Costruttore impegnato a fare della nostra vita qualcosa di straordinario.

“Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori.. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare e mangiate pane tribolato; Egli (il Signore) dà altrettanto a quelli che ama, mentre essi dormono."

(Salmo 127:1-2)


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