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Dio, dove sei?



“Ogni rifugio mi è venuto a mancare, nessuno si prende cura della mia anima. Io grido a te oh Signore. Io dico: Tu sei il mio rifugio, la mia parte nella terra dei viventi.”

(Salmo 142:4-5)

Queste due brevi frasi sono state scritte molti secoli fa da un uomo che, aspettando di diventare re, si ritrovava a scappare nei deserti per salvarsi la vita. La situazione di quest’uomo, Davide, fu forse più unica che rara, o magari vissuta in epoche antiche da eredi a troni desiderati e pretesi da altri. Per quanto possiamo indubbiamente definirci tutti re e regine e molte di noi hanno fantasticato di indossare una corona e camminare lungo la navata di Westminster al pari della Middleton, difficilmente ci potremmo trovare nella stessa situazione di Davide. Nessun despota furioso ci costringerà mai a fuggire e rifugiarci in un’angusta grotta in un desolato deserto. Eppure le parole di Davide mi suonano familiari, come se il mio cuore vi trovasse una rispondenza, quasi come se le mie labbra abbiano detto qualcosa di simile in qualche circostanza spiacevole.. “Ogni rifugio mi è venuto a mancare, nessuno si prende cura della mia anima.” Si, ho provato anche io questa sensazione e credo ci siano e ci saranno momenti ed esperienze in cui ci sentiremo totalmente soli, senza aiuto, senza guardiani a proteggere il nostro cuore.

La “terra” che Davide chiama “dei viventi”, non gli stava offrendo un gran che. Il deserto in cui si trovava in quel momento non era di certo un paradiso. Niente di tutto quel che il suo titolo di re gli avrebbe conferito era minimamente visibile o immaginabile nella situazione in cui si trovava. Al posto di un palazzo sfarzoso e adorno di ogni bellezza, la terra gli stava offrendo una terribile spelonca.

Ma è qui, in questa “terra dei viventi”, sulla terra degli uomini, che egli trova Dio. Le parole di Davide ci rivelano un Dio che non è lontano o distante, ma un Dio che possiamo trovare qui, esattamente dove siamo, nel deserto che stiamo attraversando, nella spelonca in cui ci stiamo nascondendo.

anche se la terra non ha molto da offrirci, essa diventa il luogo più bello se è il posto in cui possiamo incontrare Dio.

Ma quello che dice Davide potrebbe suonare assurdo. A parte il fatto che questo “Dio” di cui parliamo potrebbe non esistere, ma anche se esistesse, egli è ben lontano dal preoccuparsi degli uomini, ben lontano dall'avvicinarsi alla terra tanto da sentire i nostri battiti o accorgersi del rumore dei nostri passi. Se Dio esiste, è lontano dalla “terra dei viventi”.

Questa potrebbe essere la nostra idea di Dio, e magari la consideriamo valida perché non abbiamo mai sperimentato qualcosa di diverso. Se Dio esiste, non lo abbiamo mai sentito vicino a noi, pronto ad essere un rifugio in una terra desolata.

L’esperienza di Davide fu diversa. Egli sentì Dio esattamente accanto a lui, in quel deserto. Totalmente consapevole della grandezza del Dio che abita il cielo, egli aveva sperimentato che lo stesso Dio era accanto a lui sulla terra. Dio fu per Davide un Padre, un Amico, un Re, un Fedele Consigliere e Dolce Consolatore.

Anche una donna di nome Agar sperimentò questo Dio vicino. Chi era Agar? Una donna con un figlio a carico allontanata dalla propria casa per questioni familiari il cui racconto farebbe invidia alle migliori telenovelas argentine. La Bibbia racconta che, allontanata dalla sua casa, si ritrovò in un deserto non molto diverso da quello che visse Davide, letteralmente. Il deserto di Agar, come quello di Davide, era reale, e quando l’acqua finì, mise suo figlio di fronte a sé e “alzò la voce e pianse.” (Genesi 21:16). Trovo sempre molto commuovente il modo in cui Dio delicatamente si avvicinò a questa donna disperata e la consolò. Questo Dio del cielo, scende ancora sulla terra.

“Dio udì la voce del ragazzo e chiamò Agar dal cielo e le disse: Che hai, Agar? Non temere, perché Dio ha udito la voce del ragazzo là dov’è.” (Genesi 21:17)

Questa fu la terra di Agar. Un deserto terribile dove aveva perso ogni speranza, ma dove la raggiunse il Dio del cielo. Dio udì il pianto della madre e del figlio là dove si trovavano.

Qui, ora, dove sei, Dio ti sente. Il cielo e la terra non sono per lui così distanti e non è nel suo cuore il desiderio di starsene alla larga. Personalmente mi sconvolge l’idea che Dio desideri avvicinarsi a me qui, ora, dove sono, sulla terra degli uomini.

Ma se ascoltare e parlare lì dove siamo non fosse sufficiente, Dio ha fatto molto di più. Quello che la Bibbia presenta è un Dio che si avvicina all’uomo fino all’inverosimile. Qualcosa di folle, di assurdo, ma che manifesta un amore e una cura inestimabili. La distanza tra il cielo e la terra, tra Dio e gli uomini, Egli l’ha completamente annullata in Gesù. Chi è Gesù? Se credi a quello che la Bibbia dice, Gesù è Dio che ha scelto di venire sulla terra, di camminare egli stesso sulla terra dei viventi, di sporcarsi i piedi tra la sabbia di un deserto che non lo ha accolto ma lo ha rifiutato, torturato ed infine ucciso. Ma quei piedi Egli li ha sporcati con l’unico scopo di avvicinarsi ancora di più, in maniera unica, proprio a noi, esattamente a te. Quei piedi che non solo sono stati sporcati dalla sabbia ma trafitti dal ferro, si sono aggirati tra le stanze della terra e vogliono camminare nelle stanze di ogni singola vita. Egli ha camminato dove anche noi camminiamo, mangiato quello che noi mangiamo, sofferto quello che noi soffriamo. Nessuna esperienza umana è distante da lui perché lui le ha vissute tutte. Gioie, dolori, feste, lutti, amicizie, tradimenti, fame, sete, freddo, compagnia. Ogni distanza è stata annullata, nel momento in cui Lui è venuto qui. Questo è il Dio in cui crediamo. Un Dio che è disposto ad ogni cosa, a scegliere la terra a posto del cielo, per avvicinarsi più possibile all’uomo. Gesù ci conosce e ci comprende. Perchè no, se ti venisse la bizzarra idea di metterti a leggere la Bibbia, scoprirai che dalla Genesi all'Apocalisse, il desiderio di questo Dio è abitare tra gli uomini e con gli uomini. Assurdo, ma reale.

Dio ha scelto la terra a posto del cielo per avvicinarsi all'uomo.

La parola ebraica per “vicino” ha almeno tre significati. Può indicare prossimità fisica, può esprimere una vicinanza di natura temporale, o infine denotare un’intimità affettiva, relazionale. La vicinanza di Dio è sempre e verso chiunque fisica e temporale. Egli è ovunque, sempre. Non c’è un essere umano di cui non conosca la storia, in tutte le epoche, una persona che possa sfuggire al suo sguardo e alla sua attenzione. Egli c’è, fisicamente ovunque, e in ogni tempo. Ma la vicinanza affettiva, quella relazione intima, Dio non la impone. Quella è una scelta. Dio, così come mostrò a Davide o ad Agar, così come dimostrò in Gesù Cristo, vuole quella relazione, ricerca quella vicinanza, ma non la impone, come nessuno che ama davvero qualcun altro impone la propria presenza. Se l’amore implica una scelta, Dio ha scelto. Ma la scelta non è imposizione, è concessione. Così Dio si concede, con fermezza e con eleganza, mai patetico o supplichevole, sempre fiero e gentile, come il più audace degli amanti che sa che conquisterà il nostro cuore, e sa che la Sua vicinanza è ciò di cui abbiamo bisogno. Egli concede a noi di entrare in una relazione intima e vicina con Lui e sta a noi decidere cosa rispondere, e questo non crea in noi di certo un vanto, ma una meravigliata riconoscenza. Se pensiamo che un rifiuto possa sconvolgere il suo cuore d'amante, non conosciamo quanto robusto possa essere l'amore di questo Dio. Esiste un popolo, e la Bibbia racconta che Egli lo amò, un popolo testardo, orgoglioso e arrogante (un pò come me alle volte, mi dico). Ma Egli, ad ogni rifiuto, irrobustiva il suo amore e lo manifestava con più forza. Un Dio che ha scelto e che non si tira indietro. Un Dio che ama perchè amare è la sua essenza. Dio infatti è tante cose, è stato creatore, sarà giudice, ora è amante.. e forse smetterà di creare, o un giorno finirà di giudicare, ma mai smetterà d'amare.

Perciò, mettendo da parte l’orgoglio o la paura, che l’amore non contempla, sfida questo Dio e mettilo alla prova. Se abbiamo sempre creduto che Dio non esista, proviamo a vedere se ci sia qualcosa di vero nella Bibbia, o se abbiamo sempre pensato che egli se ne stia lontano, mettiamolo alla prova e ricerchiamo la sua vicinanza.

“Infatti così parla Colui che è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità e che si chiama il Santo: Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è scoraggiato e abbattuto nello spirito, per ravvivare il cuore di coloro che sono oppressi.”

(Isaia 57:15)


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